Artigianato tessile in Italia: 5 luoghi della tradizione

La tradizione artigianale tessile in Italia ha una storia antichissima e molto diffusa in tutta la Penisola. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.

In mezzo a questa grande varietà, è necessaria una scelta. Per questo, oggi andremo a scoprire 5 fra i luoghi con una tradizione storica nell’arte tessile

Ognuno con le proprie caratteristiche, arrivate fino a noi nonostante il trascorrere del tempo. Con cinque interessanti storie da raccontare. 

Biella e il suo distretto

 

Chi conosce un po’ il settore tessile sa benissimo che Biella è probabilmente la sua città simbolo. Qui l’arte della lavorazione del tessuto ha origini antichissime.

Probabilmente dovute ad una conformazione geografica vantaggiosa. Con grandi terreni per il pascolo e l’ausilio di corsi d’acqua per lavaggio e trasporto. 

Quella biellese è una tradizione le cui origini si perdono nel tempo. Tuttavia sappiamo che fu proprio uno dei suoi abitanti, Pietro Sella, a portare in Italia i primi telai meccanici industriali. 

L’abilità storica di quest’area è stata mantenuta fino ai giorni nostri. E addirittura sviluppata. Oggi quello biellese è uno dei settori tessili più avanzati e progrediti. Un punto di riferimento per chiunque, in Italia o all’estero, desideri lavorare con materia di prima qualità. 

A Biella si è sviluppata una sapienza a 360 gradi sui tessuti. Dai processi sulla materia grezza alla realizzazione del prodotto finito. Ciò che oggi contraddistingue la sua offerta sono le lavorazioni di altissima qualità. 

Lane e  cachemire, fibre nobili, fibre vegetali. Ma anche pelo di cammello, mohair, vigogna e alpaca. Pur con produzioni ridotte rispetto al primo slancio industriale, oggi è la qualità del tessile biellese a rappresentarne la garanzia e il punto di forza. 

Sardegna tessile

Su un altro livello di identità storica, seppur con una forte tradizione, si trovano altre numerose realtà. La prima che vogliamo raccontare è quella sarda. 

Non tanto un vero e proprio distretto artigianale, come quello biellese. Quanto una realtà fortemente radicata nel territorio. Che ancora oggi mostra tecniche di lavorazione e tessitura uniche e originali. Altra grande terra di pascoli, la tessitura di fibre ovine e caprine è sempre stata peculiarità delle donne sarde. 

Sono loro che hanno sviluppato e portato avanti queste conoscenze. In questo ambiente, si sono sviluppate lavorazioni particolari. Una, cosiddetta ‘liscia’, che viene utilizzata per approntare il tessuto al successivo ricamo. 

Un’altra invece chiamata lavorazione a scaccu, che si declina in altre, come quella a prialeddu e a pibionis.

Proprio quest’ultima è considerata quella più pregiata. Ognuna di esse ha un suo metodo di trasformazione delle fibre in un elaborato tessuto con fantasie diverse. Solitamente a richiamare motivi faunistici e floreali. 

Valgrisenche e Les Tisserands


Bellissima anche la storia che lega l’artigianato tessile alla Valle d’Aosta. E, più in particolare, alla Valgrisenche. In questa splendida valle si è portata avanti la tradizione del drap. Ovvero un tessuto ottenuto dalla lana grezza di pecora. 

I documenti ci raccontano di una tradizione nata nel ‘700. Quando nasce il mestiere dei tisserands, i tessitori. Con le donne dedite alla lavorazione a maglia, gli uomini quella a telaio. Sfruttando i giorni più freddi dell’anno per confezionare caldi prodotti in lana

Le stanze vicine a dove ricoveravano il bestiame, calde ma anche umide, erano perfette per trattare un certo tipo di tessuto. 

Con lo spopolamento dei paesi della valle, la tradizione dei tisserands e del drap sembrava tuttavia destinata a perdersi. 

Fortunatamente, nel dopoguerra si è creata una cooperativa per la salvaguardia di queste conoscenze. E da allora viene mantenuta la tradizione del drap. Un tessuto molto caldo, realizzato utilizzando svariate fantasie e colori. Sempre secondo la tradizione e con l’utilizzo della raffinata lana di pecora valdostana.   

Umbria e tovaglie perugine


Facciamo un giro nel centro Italia fermandoci in Umbria e nel suo splendido capoluogo: Perugia. Anche qui, l’artigianato tessile ha una lunga storia alle spalle. Si hanno notizie fin dal XII secolo di quest’arte. 

Periodo in cui si producevano le famose ‘tovaglie perugine’. Realizzate in cotone e seta di lino bianco, ebbero grande successo in tutta Europa fino al periodo del Rinascimento. 

Ispirandosi al Medio Oriente, venivano raffigurati motivi geometrici e floreali, creando splendide manifatture per decorare gli ambienti. Oggi questa conoscenza non è perduta. Numerosi artigiani hanno ripreso queste tecniche e lavorazioni. Alcuni integrandole con macchinari e telai moderni. 

Altri rimanendo fedeli ai vecchi telai in legno a pedale. È interessante vedere come, in realtà, tutta l’Umbria è territorio a vocazione tessile. Se si gira per gli altri centri, da Assisi a Città di Castello, fino alle cittadine sul Trasimeno, si incontrano diverse tradizioni. 

Dalla tecnica del cosiddetto ‘Punto Assisi’, dell’omonima città, al pizzo d’Irlanda. Una lavorazione all’uncinetto tipica della zona di Orvieto

Puglia e Salento


Ultima tappa di questo viaggio nell’artigianato tessile italiano, il tacco d’Italia. Anche qui, la tradizione di intrecci e telai ha accompagnato la storia della regione. Si arriva fino al III secolo a. C. nel ricercare le sue origini. 

La zona maggiormente interessata era l’area salentina, fra Lecce, Maglie e Surano. Proprio qui, abili tessitrici intrecciavano splendidi tappeti e tovaglie, utilizzando lana e cotone. Una tradizione in cui, oltre alle donne del popolo, contribuirono diffusamente anche le monache

In queste zone, tanta era l’importanza del ricamo, che si diffuse un particolare tipo di tessitura. Il cosiddetto ‘fiocco leccese’. Una tecnica di derivazione saracena. 

Proprio a Maglie, che fa di quest’arte una sua caratteristica identitaria ancora oggi, fu istituita una scuola apposita, a inizio ‘900. 

Un luogo dove venivano riprese e insegnate le antiche tecniche salentine di ricamo. Un importante contributo che aiutò a tenere viva questa antica arte fino ai giorni nostri. 

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