Carlo CUT Cazzaniga, oggetti da decorazione e artigianato artistico

Carlo “CUT” Cazzaniga si muove su quel filo sottile che oscilla fra arte e artigianato. Difficile confinare il suo lavoro ad un ambito specifico. Quadri tridimensionali, calciatori per calciobalilla, gelati, biscotti, gomme da cancellare, canzoni disegnate, auto d’epoca…il mondo di CUT è fatto di ispirazione, fantasia, conoscenza dei materiali e tanta, tanta creatività. 

Lo andiamo a trovare nel suo laboratorio a Milano. Su una porta al suo interno, sono attaccati una serie di post it. Ogni volta che CUT ha un’intuizione, l’appunta e appende lì, per riprenderla in un altro momento. Elaborarla, ripensarla e dargli una forma concreta. 

Probabilmente è così che sono nate molte delle sue invenzioni. Come ci racconta, tutto ha avuto inizio dal suo spirito artigiano, amore per il disegno e per i materiali.

“Mi è sempre piaciuto disegnare. Quando ho iniziato a lavorare, dividevo il mio tempo fra la vetreria di mio padre e gli studi di architettura, in cui mi recavo per tracciare le linee a china”. 

Dopo aver seguito le orme di suo padre e dato poi inizio alla sua attività, CUT si ritrova, passati venticinque anni, di fronte ad un bivio. 

“Avevo di fronte una spesa importante da affrontare con la mia ditta. Qualcosa che non mi avrebbe permesso di sviluppare ulteriormente il mio lavoro”, ci racconta. “Già da tempo sentivo anche che qualcosa stava cambiando nel mio settore. Ho deciso di chiudere tutto e provare altre strade”.

È da questo punto in poi che la carriera di Carlo si avvia su un binario parallelo a quello dell’artigianato. Facendo un passo dopo l’altro sulla strada della sua ispirazione.

“Al tempo, avevo ancora un grande laboratorio che avevo utilizzato fino ad allora”, ci racconta. “Affittai parte di quello spazio ad un falegname. Con gli scarti delle sue lavorazioni, iniziai a comporre le mie prime opere”. 

Mettendo in campo competenze di modellismo, sapere artigiano e inventiva, CUT realizza i suoi primi lavori. Utilizzando il legno, ricava delle sagome in bassorilievo seguendo i suoi disegni, e le assembla per creare dei quadri tridimensionali di arte pop

“La prima serie la incentrai sulle capigliature di personaggi famosi”, ci dice. Da Tintin a Amy Winehouse. “Ho voluto fare un tributo a quei capelli che non ho più”.

Un lavoro estremamente minuzioso, un puzzle in cui ogni tassello viene rifinito perfettamente per trovare l’incastro e la fantasia giusti. E creare un tutt’uno da una moltitudine di pezzi tutti diversi.

“In quanto artigiano a me piace complicarmi la vita”, continua. “Dopo aver eseguito lavori a bassorilievo mi è venuta voglia di sperimentare altro, aggiungere intarsi ed elementi nuovi”. 

L’opera artistica di Carlo continua con altre serie ispirate a figure iconiche e personaggi noti. Ce n’è una dedicata a tennisti famosi, ad esempio. E un’altra invece alle montature d’occhiali.  

“Dopo i miei primi lavori un po’ più di nicchia, ho voluto dedicarmi infine ad una delle più grandi passioni di questo paese: il calcio”.  

I riferimenti che aveva per creare qualcosa legato a questo sport, ci dice, erano sostanzialmente due. Il Subbuteo e il calciobalilla

“Il Subbuteo lo vedevo come qualcosa ancora d’elite, non così legato a una cultura popolare. Mentre chiunque aveva avuto a che fare con il calciobalilla”. E così, CUT ha voluto svilupparlo a suo modo. 

“Realizzai una formazione di calciatori del mio tempo, da Cruijff a Beckenbauer, trasformandoli nei pupazzetti del calcetto”. Sempre utilizzando tavole e sagome in legno. 

Il suo lavoro viene presto notato da addetti del settore. Giornalisti sportivi che esaltano con entusiasmo il suo lavoro. E che introducono CUT in certi ambienti. È così che viene presto chiamato a creare collezioni ad hoc per i musei delle squadre di calcio. 

“Sono andato a Torino per esporre la formazione del Grande Torino, e poi a Coverciano, al museo della Nazionale”, racconta. “Da lì è stato via via un crescendo”. 

Fra le varie creazioni che ci mostra, anche alcune grosse gomme da cancellare realizzate in legno. Scrupolosamente rifinite in ogni dettaglio, da sembrare autentiche finché non le si prende in mano. 

“Quando andavo a scuola io, gli studenti di buona famiglia avevano in cartella queste gomme da cancellare grandissime”, racconta Carlo. “Un oggetto che allora desideravo molto, ma non rientrava nella lista spese che i miei genitori volevano concedermi”. 

Ad anni di distanza, CUT ha ripreso quel ricordo e lo ha trasformato a suo modo. 

Realizzando quell’oggetto del desiderio giovanile con materiale differente. E investendolo, al contempo, di un altro significato. Ciò che rimane della gomma non è più la sua funzione effettiva, bensì quella metaforica. La sua capacità di cancellare. 

Se una gomma ordinaria è fatta per togliere traccia di matita o penna, riflette CUT, perché una ideale non può invece cancellare un ricordo, una cicatrice, un’offesa o un pensiero? 

Dopo aver elaborato questa e altre sue idee, CUT le propone ad aziende che ritiene possano essere interessate ad usarle per eventi, allestimenti o regali. Così è stato per le sue gomme e per molte altre serie prodotte. 

“Ogni volta che mi viene un’intuizione che trasformo in opera, sono poi abbastanza determinato nel portarla fino in fondo”. 

E a giudicare dai molti scatoloni che conserva in laboratorio, ognuno pieno dei suoi lavori, non si fatica a credergli. 

Carlo ci accompagna in giro per il laboratorio, fra oggetti di sua creazione e materiale che raccoglie qua e là. Che tiene sempre sotto mano come ispirazione. 

Prima di salutarlo, ci fa vedere uno dei suoi progetti forse più particolari. Una canzone disegnata

“Mi è capitato un cliente che mi ha chiesto di raffigurargli La Donna Cannone di De Gregori in uno dei miei quadri a bassorilievo”, ci dice. E ci mostra il risultato. Un vero e proprio fumetto riportato secondo il suo stile, dove ogni passaggio della canzone è rappresentato da una tessera. Così come ha avuto modo di rappresentare La Cura di Franco Battiato, altro capolavoro della musica italiana. Un modo originalissimo di trasformare un’opera in un’altra, da parole e musica ad arte materica. 

Salutiamo Carlo Cazzaniga e il suo laboratorio creativo. Un raro esempio di sapere artigiano che ha saputo reinventarsi da zero, in una nuova e più moderna forma. Con più di un richiamo all’idea stessa d’arte.

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