In un romantico negozio dello storico quartiere artigiano di Isola, a Milano, troviamo Le Cornici di Luna. Siamo in una delle aree cittadine che più si è trasformata negli ultimi anni. Lasciandosi alle spalle sempre più la sua immagine popolare per abbracciare il nuovo allure mondano e un po’ chic con cui oggi si identifica.
A fare da tramite fra il suo ricco passato e il presente, alcune botteghe che ancora ne mantengono e accrescono il fascino. Fra queste, il negozio di Donatella Lorenzini. Dalla sua vetrina si vedono decine di cornici posizionate in ogni dove. Fra di loro, Donatella si aggira con estrema delicatezza. Ed è qui che inizia a raccontarci come ha deciso di diventare corniciaia.
“La mia professione di corniciaia nasce dalla mia frustrazione come cliente”, mette in chiaro. “Un giorno avevo portato un quadro a far incorniciare, una litografia di valore. La cornice che mi fu proposta, la più raffinata che avevano, era totalmente inadeguata. Mi sono resa conto che era un mondo ancora nel Medioevo. Allora mi sono ripromessa: un giorno aprirò un mio negozio di cornici”.
E così succede. Nel ‘93 Donatella inizia a disegnare e fabbricare cornici per conto suo. Sono tre le componenti che un corniciaio deve tenere in considerazione, ci dice. L’opera da incorniciare, la casa, e chi vive nella casa. Trovare il fil rouge adatto a unire questi tre elementi è il compito di un buon corniciaio.
Ai tempi, i colloqui con i clienti erano molto lunghi e approfonditi, ci spiega. Bisognava indagare a fondo per avere ben chiaro quale fosse il contesto in cui si sarebbe dovuta inserire l’opera e quindi la cornice. “Oggi invece basta una fotografia, tutto è molto più semplice!”.
Le creazioni di Donatella hanno tutte qualcosa in comune: non sono mai banali. Se c’è infatti un elemento che salta subito all’occhio, sono le forme originalissime che riesce a fargli assumere.
“E questo è solo un dieci per cento di quello che ho”, ci fa presente.
Quando inizia a esplorare il mondo delle cornici, spiega, i corniciai che operavano nel settore facevano sempre le stesse cose. Non si aveva fantasia, non c’era innovazione. Si fabbricavano cornici così come si era sempre fatto.
“Io sono molto contenta che, in qualche modo, noi abbiamo fatto storia”. E anche un po’ scuola, aggiunge. “Col tempo ho visto che altri corniciai hanno copiato o tratto ispirazione da quello che facevamo noi. Ma questo li ha aiutati anche a evolversi, a creare qualcosa di nuovo, sono cresciuti di qualità. E questa è una cosa che mi ha fatto molto piacere”.
Nelle parole di Donatella, così come nei lavori che ci mostra, sono evidenti una sensibilità ed un gusto estetico non comuni.
“È qualcosa che dipende dall’humus culturale in cui sei cresciuto”, ci spiega. “Io ho avuto la fortuna di avere mio padre che mi ha abituato da sempre al gusto del bello. Era un uomo di cultura, mi portava a vedere le mostre. Questo fa sviluppare un senso estetico, che è fondamentale per il mio lavoro”.
Grazie ad esso, i suoi clienti si affidano totalmente a lei per trovare la soluzione adatta alle loro opere da incorniciare. Anche se, ci spiega, lei ci tiene a non imporre mai il proprio gusto.
“Io voglio riflettere insieme ai miei clienti, voglio spiegare il perché di determinate scelte che faccio, voglio abituarli ad un bisogno ed a un gusto diversi”. Anche perché, dice, si tratta di qualcosa che deve piacere prima di tutto a loro.
“Spesso un quadro viene messo in modo tale da venire presto dimenticato”, continua. “È invece un oggetto che va fruito, e che deve dialogare con gli altri elementi della casa”.
Per il suo gusto, continua, la cornice deve sposarsi certamente con l’arredo, ma al tempo stesso essere un elemento di stacco rispetto ad esso, grazie ad un suo carattere e una sua ‘personalità’.
Avere un certo gusto estetico, dice, aiuta a ricercare questo tipo di soluzioni. Quando questo manca, dice, avrai a che fare con un artigiano bravissimo manualmente, che magari ti farà anche oggetti perfetti, ma senza alcun carisma.
Le cornici che osserviamo intorno a noi rispecchiano a pieno quello che Donatella ci racconta. Nessuna forma è mai banale. Anche per le opere antiche, ci mostra, propone sempre soluzioni diverse e non convenzionali, in grado di esaltare il quadro ma anche alleggerirlo.
“Certe cornici vanno rinfrescate”, sostiene Donatella.
Ce ne mostra alcune particolarissime che ha in bella mostra nella sua bottega. La prima è una grande cornice ondulata argentata, che tiene appesa a parete. Estremamente rifinita ed elegante, in ogni singolo dettaglio. Quasi un’opera d’arte in sé, che sembra essere in movimento.
Su di un’altra, invece, sospesi su piccoli supporti attaccati alla cornice, fanno capolino giochi per bambini e personaggi di cartoni animati.
“Questa me la chiesero appena la terminai dal laboratorio. Non sapevo ancora neanche a che prezzo venderla”, ci dice Donatella.
Dopo aver avuto altri due negozi a Milano, Donatella ha trovato il suo spazio in Isola, in cui lavora dal 2018.
Prima, ci racconta, aveva avuto la possibilità di avere un negozio-laboratorio di 300 metri quadri. Era un ambiente bellissimo, ricorda, e lì lavorava lei insieme a ragazze addette alle decorazioni e ad un intagliatore. Con la crisi del 2008, il tracollo è arrivato anche in questo settore.
“Sono riuscita a resistere fino al 2014. Dopo ho chiuso e mi sono trasferita in campagna, venendo a Milano per seguire alcuni lavori che ancora avevo”.
Oggi, invece, ha avuto la possibilità di tornare, per continuare a dedicarsi alla sua grande passione.
Un’artigiana esperta che, ancora, con la sua abilità, contribuisce a mantenere viva una cultura del gusto e dell’estetica. In uno dei quartieri che ancora non si è stancato dell’antico, meticoloso e poetico lavoro artigianale.