Tutti sappiamo cos’è l’arte liutara, uno dei grandi patrimoni del nostro paese, portato avanti ancora da numerosi maestri in tutto il Paese.
Oggi però vogliamo scoprire 6 curiosità sulla liuteria per andare un po’ più a fondo e capire meglio il fascino di questo sapere artigiano secolare.
1. I 16 violini del capostipite Andrea Amati
Ad iniziare questa storia di successo che lega la liuteria a Cremona fu Andrea Amati, nel 1520. è lui che è considerato il capostipite del violino a quattro corde, riprendendo e migliorando antichi strumenti di origine medievale. Si sa che la sua produzione artigianale fu molto vasta. Tuttavia, ai giorni nostri, a sopravvivere dei suoi lavori sono rimasti solo 16, inestimabili esemplari.
Dove sono conservati? L’eredità di Andrea Amati è condivisa da più parti. Ovviamente, alcuni si trovano al Museo del Violino di Cremona, insieme ad altri strumenti da leggenda dei grandi maestri liutari. Altri si trovano invece conservati al museo di Oxford, in Inghilterra, al South Dakota Museum, nell’omonimo stato americano, e a due collezioni private.
2. Cosa c’entra la Val di Fiemme con Cremona
Nota è la fama di Stradivari, legata in gran parte ai pregevoli violini che fu un grado di realizzare. Ma cosa rendeva i suoi strumenti così unici? La sua competenza, sicuramente, ma anche una componente naturale che caratterizzava i violini dell’epoca. La Val di Fiemme è da sempre considerata un territorio che ospita alcuni dei più pregiati legni utilizzati nell’ambiente liutaro. Ed è proprio qui che si recava Stradivari a comprare la sua materia prima. La cosa interessante è ciò che hanno provato alcuni studi scientifici riguardo la qualità di questi legni nel periodo in cui visse e operò Stradivari.
Le condizioni climatiche dell’epoca erano diverse rispetto a quelle odierne, e conferivano agli alberi, quindi ai loro legni, delle caratteristiche particolari, molto votate ad elevare la qualità finale dello strumento. Oggi, usando quegli stessi legni, a causa di un clima meno stabile, i legni non possono garantire la stessa qualità eccellente di quei tempi.
3. Lo Stradivari più costoso di sempre

Quando si parla di manufatti leggendari, una delle prime curiosità è che valore di mercato abbiano queste vere e proprie opere d’arte. Il prezzo di questi violini è legato a quanto vengono battuti durante le aste, e quindi la loro valutazione cresce continuamente nel tempo. Al momento, il violino considerato più prezioso al mondo è lo Stradivari Messiah, donato da due famosi e collezionisti liutai di Londra, Hill & Sons, al Museo di Oxford. Dal 1939 questo è conservato in una teca per mantenerlo più perfetto possibile. Il suo valore? Inestimabile, proprio in quanto sarà difficile vederlo fuori dal museo, battuto all’asta.
Il secondo in graduatoria, ma con un prezzo di riferimento, è il Guarneri Vieuxtemps, con un valore stimato di oltre 11.6 milioni di euro.
4. Patrimonio Unesco
La cultura della liuteria cremonese è entrata a far parte del patrimonio immateriale dell’umanità nel 2012.
5. Il riccio
La parte sommitale del manico di violino è chiamata ‘riccio’. Si tratta dell’estremità superiore che si annoda a spirale sopra i piroli che tendono le corde. Fra gli artigiani liutai si dice che questo rappresenti la firma dell’artigiano. Anche se tendenzialmente la forma è sempre quella classica a chiocciola, il riccio è considerato più un lavoro scultoreo che di falegnameria. La forma rimane classica, mentre altre caratteristiche, come la dimensione e i vari smussi rappresentano un po’ la parte più personale del lavoro del maestro liutaio.
6. Il filetto

In ogni violino, avrai notato che ci sono delle linee sottili più scure che seguono il margine delle due tavole che compongono il fronte e il retro dello strumento. Questo dettaglio si chiama filetto. Anche se sembra dipinto, si tratta di tre piallacci di legno sottilissimo, in ebano, acero e ancora ebano, che vengono inseriti in un canale scavato sulle tavole.
Queste linee più scure, di estrema eleganza, hanno in realtà una funzione estremamente pratica. Fungono infatti da rinforzo della parte più esterna dello strumento. Fanno sì che, qualora lo strumento prendesse una botta, la crepa si fermerebbe a quel filetto di legno scuro, senza intaccare la parte centrale del violino. Questo perché, inserendo il filetto, si taglia la fibra del legno e si crea un’interruzione. In questo caso, si può eseguire la riparazione del violino in maniera molto più semplice, senza necessità di aprirlo.