Nir Lagziel è il proprietario e ideatore dell’omonimo negozio di abbigliamento artigianale nel quartiere Isola di Milano. Accogliente, brillante e con una grande passione a guidarlo, sono ormai undici anni che ha aperto questo suo atelier e laboratorio, dove è lui stesso a seguire i suoi capi dall’ideazione alla realizzazione.
Dalle sue prime parole, viene già fuori uno dei tratti distintivi del suo marchio. L’utilizzo di filati sperimentali, fuori dal comune, che Nir si diverte a collaudare e tessere sui suoi telai. Tra le sue collezioni, quest’anno ha progettato capi utilizzando fibra di alga marina ed eucalipto. Ma è anche passato da vestiti in fibra di latte, in bambù e di soia.
“Mi diverto a utilizzare materiali insoliti”, ci conferma Nir. “Io nasco come tecnico di filati, collaboro con due aziende italiane che fanno produzione di tessuti. Insieme a loro studiamo e sperimentiamo sempre nuove fibre. Io prendo quelle che più mi incuriosiscono e ci faccio le mie collezioni”.
Lui ne parla come fosse una cosa normale, ma di realtà come la sua non ne esistono tante. Grazie ad un’esperienza decennale, passata fra l’alta moda parigina e fabbriche di filati in Italia, Nir ha sviluppato e consolidato una conoscenza dei materiali che oggi gli permettono di lavorare su fibre particolarissime.
Le fibre si trasformano molto durante le fasi della lavorazione, ci spiega. Prima di capire se e in che modo un materiale è commercializzabile, bisogna completare ogni fase del processo. Solo alla fine è possibile calcolare il costo di produzione di un filato, e decidere a quale mercato destinarlo. Se all’alta moda o alle grandi catene.
Nir Lagziel fa così. Sceglie e lavora i suoi filati e li trasforma in pezzi unici della sua collezione. Da lui è impossibile trovare un capo che non sia il prodotto di una scelta originale.
“Un anno abbiamo prodotto un tessuto con la fibra di carta ricoperta da quella di soia”, dice. “Può capitare che su dieci filati che lavori poi ne vada in produzione solo uno. Questo vuol dire ricerca, fa parte del gioco. Io mi diverto”.
Ed è sempre lui che si occupa della parte della tintura. Una volta lavorato il tessuto, lo intinge nelle vasche per provare diverse tinture. Quelle che funzionano, le manda in tintoria per essere prodotte in serie più ampie.
La bellezza di un vestito di Nir è anche questa. Saper di poter acquistare un abito, una gonna, un foulard, una maglia non solo unici, ma anche elaborati con filati speciali, ognuno con caratteristiche fuori dall’ordinario. Ci tira fuori a proposito un maglioncino in fibra di latte.
“Sentite che bella questa fibra. È un prodotto adatto a tutte le stagioni, dall’estate all’inverno”. In questo caso, continua, si tratta di un materiale estremamente costoso da produrre, ed è infatti uscito di produzione.
“Una volta, quando collaboravo all’interno della fabbrica di tessuti, abbiamo realizzato un filato con oro a 14 carati e cristalli Swarovski. Non si poteva lavorare a macchina, avresti spaccato tutti gli aghi. Lo potevi lavorare solo all’uncinetto. Aveva un costo spaventoso!”.
Ovviamente Nir ne ha ricavato lo stesso un prototipo, realizzando un costume per donna, dal momento che anche allora portava avanti le sue linee di prodotti.
Dopo aver ammirato quanto ha esposto in negozio, passiamo al backstage, ovvero il laboratorio dove Nir conserva i suoi telai. Due macchinari sicuramente agé, ma che, ci conferma, fanno ancora degnamente il loro lavoro. Uno per lavorare le fibre sottili, l’altro quelle più grosse.
“Questa è una paraffinatrice”, ci dice mostrandoci un’altra macchina. “Per trattare i filati è necessario passare prima sopra uno strato di paraffina. Questa permette al filo di scivolare all’interno dei telai, evitando di spaccare tutto”. Che sembra proprio la parte più temuta del lavoro di ogni sarto.
“Ogni ago costa, e quando spacchi ne fai fuori facilmente un centinaio in una volta sola”.
Nel suo laboratorio, a conferma di quanto ci ha raccontato, ci sono decine e decine di filati di colori diversi, che Nir utilizza per i suoi esperimenti anche mescolandoli l’uno con l’altro. Quelli che ha pronti vicino ad uno dei telai sono proprio l’alga marina e l’eucalipto.
“L’alga marina è un materiale davvero ostico”, ci dice. “Sembra fino alla fine che possa venire fuori un bel lavoro, ma spesso ti frega sul più bello!” Ma Nir non è certo un artigiano che si dà per vinto, e difficilmente abbandona una lavorazione delle sue di fronte a certe difficoltà.
Infine, notando due belle illustrazioni che decorano il suo laboratorio, ci racconta di un’altra attività, molto interessante, che Nir ha portato avanti parallelamente al suo lavoro.
“Da vent’anni ho dato vita ad un’associazione, Coccole di Nir, che si occupa di bambini vittima di pedofilia nel sud est asiatico. Cambogia, Laos, Vietnam, Filippine. Ogni anno realizziamo e vendiamo delle magliette, e i soldi ricavati li destiniamo a loro”.
Nir, due volte l’anno, trascorre un mese in loro compagnia, comprandogli quello di cui hanno bisogno”.
Quest’anno uscirà anche un libro che racconta questa storia. Le due illustrazioni che abbiamo visto appese nel suo laboratorio sono proprio parte di quel libro.
Ringraziando Nir Lagziel per tutto quello che ci ha mostrato, lasciamo il suo allegro negozio. Contenti di aver scoperto non solo una realtà artigiana di grande interesse, ma anche una persona di gran cuore.