Pijama, custodie per laptop artigianali

Una caratteristica comune agli inventori è la capacità di identificare un problema e capire come risolverlo. Nel caso di Pijama, il brand che conosciamo oggi, più che un problema, si tratta di un gap nel mercato. 

Per capire meglio di cosa si tratta, andiamo a conoscere questa interessantissima realtà di artigianato moderno. A raccontarcela, nel suo negozio del quartiere Isola a Milano, Sergio Gobbi. Co-fondatore, insieme a Monica Battistella, del brand. 

Era il 2006 quando Sergio, dovendo partire per qualche giorno negli Stati Uniti, si rende conto di non avere una custodia adeguata per il suo Mac. A risolvere il problema, in pochi passaggi, interviene Monica.

Prendendo uno scampolo di neoprene e cucendolo con del velcro e del tessuto, nasceva il primo modello di custodia di Pijama. Preparato ad hoc per il laptop di Sergio.

“Al mio ritorno abbiamo pensato: perché non produrlo anche per altri?”, ci racconta.  

Erano tempi in cui non si trovava una gran quantità di accessori come succede adesso, dice Sergio. In quel momento, i porta computer erano tutti uguali, grigi, un po’ tristi. Non c’era una vera alternativa per chi volesse qualcosa di più vivace. 

“Si trovava in giro qualcosa di simile, ma erano oggetti estremamente artigianali. Nel senso che si trattava di custodie realizzate con solo tessuto. Quello che ha contraddistinto il nostro prodotto, e contribuito al suo successo, era il fatto di essere fatto con materiale performante”. 

L’avventura di Pijama comincia con un piccolo campionario, distribuito ad amici e colleghi. Se all’inizio sono gli stessi Sergio e Monica a realizzare fisicamente le custodie, vedendo che le richieste non mancano, si affidano successivamente a delle sarte per lavorare i tessuti.   

“All’inizio il progetto era partito con l’idea del recupero”, ci spiega Sergio. “A Milano c’erano una serie di magazzini che avevano stock di tessuti bellissimi quasi abbandonati. Abbiamo quindi deciso di prenderli noi e creare così la nostra prima collezione”. 

Che, infatti, è stata chiamata Vintage

“L’idea alla base era anche unire la bellezza di un materiale antico, come certi tessuti, a oggetti di tecnologia moderna”. 

E un brand pensato per coprire un laptop in modalità sleep non poteva che chiamarsi Pijama.

La novità, la capacità di riempire un vuoto nel mercato, così come la bellezza estetica delle custodie, garantiscono un successo quasi immediato. Non confinato a Milano o all’Italia, ma addirittura internazionale. 

“Partecipando a qualche fiera, abbiamo avuto modo di far conoscere il nostro prodotto”, continua Sergio. “Ce l’ha chiesto, tra gli altri, Le Bon Marché a Parigi (uno dei più grandi magazzini della città nda). E lo stesso Elio Fiorucci, che passava un giorno per una fiera a cui stavamo partecipando, si fermò per farci i complimenti”. 

Senza attuare strategie di marketing, i prodotti Pijama si iniziano a sponsorizzare da sé. 

Fino ad approdare anche nel mondo della moda

“Erano anni in cui il settore cercava di ampliare la propria offerta oltre il vestiario. Introducendo accessori vari all’interno delle collezioni”.

Con un mercato che si è sempre più consolidato, Pijama ha avuto bisogno di incrementare la produzione. È iniziata così una collaborazione continua con una taglieria vicino Lecco. È qui che prendono forma le nuove custodie che Sergio e Monica immaginano. 

Ora, continua Sergio, la ricerca dei tessuti e dei pattern è molto varia. Si può partire da un disegno da sviluppare, così come trarre ispirazione dalle trame di un tessuto.

A proposito, Sergio ci racconta come, ad esempio, può nascere un nuovo prodotto di Pijama. Durante un viaggio a Istanbul, lui e Monica rimasero molto colpiti da alcune stoffe Vichy trovate nel bazar della città. 

“Dopo una lunga contrattazione, siamo tornati a casa con 300 metri di quel tessuto. Realizzando poi una collezione che ha venduto molto bene”. 

Naturalmente, sebbene il prodotto di punta di Pijama siano sempre le custodie per laptop, l’offerta si è ampliata molto. Sergio ci fa vedere astucci per qualsiasi cosa. Portaocchiali, porta cuffie, custodie per smartphone, borse, zaini, pochette. E persino una cuccia per gatti, da poco lanciata sul mercato. 

“Si chiama Merlino. Per via della forma che le abbiamo dato”. 

In giro per il negozio, sono davvero innumerevoli le fantasie, le misure, le forme che arricchiscono i diversi accessori. Sia attraverso lavorazioni jacquard, in cui i decori vengono tessuti direttamente sulla stoffa. Sia attraverso la stampa diretta sul materiale.

Tra forme geometriche e elementi illustrativi, ogni pattern raffigurato ha un fascino unico. 

“Collaboriamo anche con brand e designer per creare nuovi prodotti”. Ci fa vedere, a proposito, una interessante grafica di Franco Grignani, che conserva in negozio. Da cui hanno realizzato una collezione di astucci e borse. 

“Lavorando con brand di moda, poi, capita che questi ci inviino i loro tessuti per farsi creare oggetti ad hoc”, ci dice. “Un’azienda giapponese, per esempio, ci aveva mandato una ciniglia leopardata splendida con cui abbiamo creato una collezione apposita”. 

O creato delle borse utilizzando dei sari indiani su un lato e materiale tecnico sull’altro.

Che sia di loro iniziativa o che arrivino stimoli esterni, i ragazzi di Pijama non danno troppi limiti alla loro sperimentazione e ricerca. 

Ed è anche questo il segreto che ha garantito loro il successo nel corso di tutti questi anni.

Pijama ha saputo cavalcare un’onda prima che molti altri lo facessero. Rinnovando la propria offerta con idee fresche e fuori dall’ordinario. Per un prodotto pratico, performante ed esteticamente ricercato.

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