Claudia Barana è la mente e il braccio dietro a RanaBa, il suo personale brand di ceramica artistica. Una realtà che porta avanti da alcuni anni, e che scopriamo oggi andando a trovare la protagonista nel suo luminoso e spazioso laboratorio milanese.
“Mi sono trasferita qui nel 2020. Oggi condivido questo spazio con altri artisti e artigiani”.
Aggirandosi per il laboratorio, si vedono infatti una serie di tavoli da lavoro, un forno per le cotture, e una miriade di oggetti in ceramica. Tazze, piatti, vasi, contenitori porta oggetti e sculture artistiche. La maggior parte sono frutto del suo estro, messo a disposizione per la produzione di oggetti d’uso quotidiano, ma anche di qualcosa fuori dall’ordinario.
Su alcune mensole vicino l’ingresso del laboratorio, una serie di singolari sculture cattura l’attenzione.
“Si tratta delle ‘donne lanterna’”, ci spiega Claudia. Un progetto con una storia particolare, e alquanto triste.
Nei primi anni del Novecento, un gruppo di militari tedeschi arrivò sulle coste della Namibia, in cerca di terre da colonizzare, racconta Claudia. Il loro proposito si trasformò presto in un vero e proprio genocidio della popolazione locale. Che non risparmiò certo le donne namibiane.
“Io ho d’altronde fatto la scuola tedesca. Ho quindi un legame particolare con questo popolo”, specifica.
“Capitò che mio fratello, di ritorno dalla Namibia, mi portò una foto in cui erano ritratte queste donne vestite con abiti molto voluminosi e caldi nel mezzo di un territorio arido e desertico. Mi sono chiesta il perché”.
Indagando, Claudia ha scoperto che il motivo era proprio legato a quel genocidio. Questi insoliti vestiti, che oggi i Namibiani indossano in occasioni celebrative, sono rivisitazioni degli abiti indossati dai soldati tedeschi e dalla suore missionarie.
“In Africa esiste un detto”, ci spiega, “che recita: ‘non hai ucciso l’animale finché non porti la sua pelle a casa’. I Namibiani hanno sostituito il concetto di pelle dell’animale con i vestiti indossati dai loro colonizzatori”.
Così, per ricordare quel dramma e, in qualche modo, chiedere giustizia, ancora oggi, uomini e donne namibiani girano per le strade con questi vestiti dell’epoca
“È il loro modo di rivalersi di un torto subito e di non dimenticare quanto successo”.
Del triste destino di questo popolo, Claudia ha tratto ispirazione per la sua collezione artistica di donne lanterna.
“Ho voluto ritrarre queste donne nei loro voluminosi costumi, lasciando lo spazio per inserire al loro interno una luce, e messo loro in mano un vassoio con dei semi. Simbolo di speranza verso il futuro”.
Vassoio che ha riprodotto anche in grande, incidendo su dei dischetti i nomi dei Namibiani sopravvissuti.
Diverse delle opere che ci mostra Claudia, come appunto le donne lanterna, hanno una forte componente materica. La terra è sì lavorata, ma non ne viene sminuito il suo aspetto più autentico, la sua natura.
“A me affascina la sensazione che restituisce la terra, così come i suoi colori. Per questo mi piace molto l’aspetto della ricerca dei materiali. Prediligo l’utilizzo di argille naturalmente colorate, in particolare quelle scure. La mia ricerca sulla materia è molto accurata, non mi limito all’uso di terraglie e terracotta”.
Quello che poi Claudia tira fuori dalla materia grezza può assumere diverse forme. Una delle lavorazioni di maggior successo, ci dice, è la ‘tazzina della nonna’.
“Trovai questa tazza in casa di mia nonna, e mi piacque tantissimo. Ha una sezione ottagonale, ed una misura intermedia tra quelle da tè e quelle da caffè. Ho ripreso questa forma, creato uno stampo e realizzato una mia collezione, che è stata molto apprezzata”. E di cui, periodicamente, rinnova il decoro sulla sua superficie.
Così come è legata al suo passato e ai ricordi una singolare serie di vassoi. “Questi sono ripresi da antichi piatti in peltro e da alcuni timbri che appartenevano ai miei zii”. Unendo questi due elementi della sua infanzia, Claudia ha voluto far rivivere qualcosa di nuovo, creando al tempo stesso una memoria del passato.
“Ciò che mi affascina molto dell’argilla è proprio l’idea che ciò che le imprimi rappresenta un segno del tuo passaggio e una traccia del tuo lavoro. Come se conservasse un ricordo”.
Il primo oggetto della produzione ceramista di RanaBa è però qualcosa di ancora più particolare. Si tratta di Ovo, una macchinina porta uovo nata per scherzo mentre giocava con le sue bambine. Dal primo modellino realizzato in legno, Claudia decise di ricavarne degli stampi e iniziare a realizzare modelli in ceramica.
Nella sua produzione, come ci conferma lei stessa, c’è una evidente componente legata alla natura.
“Uno dei luoghi a cui sono molto legata è la Valsessera, vicino la Valsesia. Proprio lì ho avuto l’idea e opportunità di creare dei taglieri, anche grazie all’aiuto di un falegname del luogo”.
Affascinata in particolare modo dalle foglie dei nasturzi, Claudia ha voluto far realizzare dei taglieri in legno, che lasciassero spazio per delle grandi foglie in ceramica, da lei realizzate. Il suo modo per rendere omaggio a quella terra e a una natura che, con le sue forme, riesce sempre a ispirare.
Ci mostra, a ulteriore conferma, un armonioso porta semi che richiama motivi floreali. E dei vasi contenitori, decorati con foglie di ginko in risalto sulla superficie. Quasi come fossero appena cadute dall’albero per depositarsi sopra.
Prima di salutarla, Claudia tiene a mostrarci un’altra, singolarissima serie da lei creata a seguito di un sogno. Si tratta di alcuni originalissimi salvadanai. Terrecotte dalle forme tonde, che riportano volti umani tondi e caricaturizzati.
“Sognai di essere un’anarchica che tirava bombe verso una banca”, ci racconta sorridendo. “Allora ho creato questa serie di salvadanai tondi, su cui ho riportato i volti dei banchieri. E delle bombette salvadanaio più piccole, per metà in terracotta grezza e per metà smaltate.”
Oltre la sua fantasiosa produzione, Claudia è anche attiva come docente di corsi di ceramica base, che ospita nel suo laboratorio. Un ottimo modo per scoprire questo mondo antico. Così come un’occasione per ammirare il variegato e frastagliato universo creato dalla creatività e manualità di Claudia e del suo RanaBa.