Che Stefano Raffa sia un artigiano particolare lo si capisce semplicemente vedendo il suo spazio di lavoro. Ci troviamo in uno dei luoghi storici dell’artigianato milanese, la Fornace Curti. È qui che sono stati forgiati, nel 1400, i cotti per la Ca’ Granda di Milano, nella fornace del nobile Giosuè Curti della corte degli Sforza.
Oltre seicento anni di storia, conservati ancora in questa piccola cittadella ricca di poesia. In uno dei molti spazi dell’odierna fornace, si trovano il laboratorio e lo show room di Stefano Raffa.
Ex fotografo, Stefano fin da ragazzo ha una gran manualità. Mette mano su vari oggetti, li maneggia, trasforma, ne studia fatture e meccanismi. E li fabbrica lui stesso da zero.
“Ho sempre realizzato oggetti per me”, ci dice accogliendoci fra gli splendidi manufatti che adornano il negozio. “Col tempo ho gradualmente abbandonato la mia carriera di fotografo per dedicarmi a questo completamente”.
Tutto per Stefano inizia quando gli viene proposto di realizzare dei prodotti per la barba. Rasoi e pennelli, principalmente, per un negozio che vendeva questo tipo di accessori. Vedendo apprezzati i suoi lavori, Stefano dà avvio al suo proprio brand personale. E comincia a sviluppare molti altri oggetti.
“A me piace molto cucinare. Ho voluto perciò dedicare i miei sforzi anche a questo mondo”.
A conferma, basta guardarsi intorno. In bella vista dai vetri di una credenza, o all’interno di cornici in legno, scintillano lame e coltelli di diverso taglio.
Davanti a noi, sul tavolo centrale, uno dei portacoltelli di Stefano fra i più particolari. Un ceppo in legno, finemente rifinito, su cui si appoggia in verticale una serie di coltelli da carne.
“Ho iniziato con piccoli ceppi, su cui applicavo dei magneti e dei blocca lama per far sì che i coltelli rimanessero ancorati”.
Il modello che ha in bella vista sul tavolo è decisamente più complesso. Un largo ceppo, su cui si appoggia la prima fila di coltelli, ne racchiude uno più piccolo. Attraverso un meccanismo di sgancio, i due ceppi possono essere separati. Un perno posto alla base, permette poi al portacoltelli di girare su se stesso.
Tutto questo, tolta la fabbricazione delle lame, è opera di Stefano.
“Mi piacciono molto i coltelli. Mi faccio fabbricare le lame da dei forgiatori, dopodiché ne rifinisco il manico utilizzando diversi materiali”.
Molto utilizzato è il corno, ad esempio, usato appunto per le impugnature dei coltelli. “Questo è corno d’antilope, che ho rifinito con una placca d’argento, riproducendone le forme naturali”.
Corno e legno sono i due materiali che utilizza maggiormente, e si ritrovano in molti dei suoi lavori. Ma quello che impressiona è in realtà la presenza di molti altri, fra i più diversi, che Stefano non ha problemi a gestire.
“Può capitare che un cliente si innamori di un mio oggetto, ma invece che col corno me lo chieda con un altro materiale. Sono abituato a lavorare con materie prime fra le più diverse”.
A conferma di questa duttilità, una serie di taglieri e cavatappi di splendida fattura. Così come dei porta tartufi e, addirittura, un porta caviale in madreperla, che poggia su un rifinito supporto in legno.
Mostrandoci bene i meandri del suo negozio, notiamo in effetti accessori fra i più diversi. Non solo prodotti per barba e cucina, ma anche calzascarpe, prodotti per la cura della donna, porta carte da gioco e casse stereo.
“Piano piano allargo il mio campo di competenza”, spiega Stefano. “Voglio che, chi viene qui, abbia chiaro che possa occuparmi di oggetti fra i più diversi”. Stefano prende ispirazione da elementi di uso comune, rielaborandoli secondo il suo particolarissimo stile.
“Io non disegno niente. Compongo il manufatto direttamente in fase di realizzazione”.
Anche per questo, ogni pezzo è unico nel suo genere. Un tratto di pregio del fatto a mano.
Collaborando con negozi e con clientele diverse, ci dice, può capitare a volte che gli venga chiesto un prodotto standardizzato, uguale a un altro già visto e con misure predefinite.
“Io provo a seguire certe indicazioni, ma è evidente che non potrò mai fare un prodotto uguale ad un altro”. E, per fortuna, continua, sono in molti che apprezzano proprio l’unicità del prodotto artigianale.
Grande ricorrenza ha la forma dell’uovo nei lavori di Stefano. A cominciare proprio da un suo best seller: delle casse stereo in legno che pendono dal soffitto.
“Seguendo sempre la forma dell’uovo, sto lavorando ultimamente ad un contenitore per trucchi da donna”, dice mostrandoci un piccolo prototipo che ha fra le mani.
A completare il mondo di Stefano Raffa, anche l’ambito dell’home decor. Già gran parte degli splendidi mobili in legno che abbelliscono il negozio sono sue creazioni. Oggetti che ha inizialmente fabbricato per sé e che ora mette a disposizione anche dei suoi clienti.
Oltre a questi, vediamo lampade e lampadari che ha in bella mostra un po’ ovunque. Ci fa vedere, a proposito, un paio di lampade da tavolo. La prima realizzata a partire da un vecchio mozzo di una ruota e rifinita in alluminio e acciaio Cor-ten.
“Mi piace andare per mercatini e portare a casa materiale di recupero da utilizzare per i miei oggetti”.
Una seconda lampada, invece, si distingue per un paralume realizzato mescolando corno e rame.
“Mi piace molto l’ossidazione del rame. In questa lampada, ho sfruttato la trasparenza del corno per far intravedere le fantasie del rame sottostante”.
Guardando da vicino il fascino di certi oggetti, si capisce bene come molti clienti che vengono qui rimangano ammaliati dai lavori di Stefano.
“Oggi punto molto alla clientela privata”, ci spiega. “Mi piace che vengano qui e tocchino con mano i materiali, provino le sensazioni che danno certi oggetti”. E sono questi clienti, continua, che apprezzano l’unicità e fattura artigianale tipica del suo lavoro.
Salutiamo Stefano. Non prima di un ultimo giro all’interno della Fornace Curti. Dove, ancora oggi, passati diversi secoli, artigiani come lui continuano a far fiorire l’arte del fatto a mano in maniera sublime.