Tipologie di ceramica: gres, porcellane, maioliche e terracotta

tipi di ceramica

Al mondo esistono diversi tipi di ceramica, sviluppati nel corso dei secoli dall’uomo, fra prove, esperimenti e tentativi. 

La ceramica è presente nelle nostre vite fin dalla preistoria. Mantenendosi uno dei materiali più duttili e versatili che l’uomo ha sfruttato a suo vantaggio. 

Dai primi rudimentali oggetti, la capacità di lavorare l’argilla si è evoluta, fino a trasformarsi, in certi casi, in vera e propria arte. Oggi andiamo a scoprire meglio quali sono le principali tipologie di ceramica esistenti

Quali sono le loro peculiarità, le differenze, e i principali usi sul mercato. Ma prima, forse, meglio fare un po’ di chiarezza su cosa sia questa eccezionale scoperta. 

Intanto è bello pensare che, effettivamente, si tratta di una vera e propria invenzione. 

Le testimonianze archeologiche riportano, a proposito, un fatto singolare. Ovvero, che la ceramica ha due luoghi d’origine: la Mesopotamia e l’Estremo Oriente. Da questi due poli, si è velocemente diffusa praticamente ovunque.

Per ceramica si intende un materiale derivante dalla lavorazione dell’argilla. Questa, attraverso una serie di processi di trattamento, perde il suo stato plastico e malleabile per trasformarsi in un oggetto rigido e non più modellabile. 

Dall’inizio del procedimento alla fine, si frappongono diverse varianti, che determinano anche il tipo di materiale risultante. E, di conseguenza, i vari tipi di ceramica.

Ceramica a pasta compatta: gres e porcellane

Le ceramiche a pasta compatta hanno un bassissimo grado di porosità. Questo le rende impermeabili ad acqua e gas e materiali estremamente resistenti. Di questo gruppo fanno parte i gres e le porcellane.

Porcellana

La porcellana è un prodotto composto da un miscuglio di caolino, feldspati e quarzo. Questo impasto viene cotto a temperature che possono arrivare ai 1300-1400 gradi. Le ceramiche a pasta porosa, per comparazione, non vanno oltre i 1000.

I prodotti in porcellana hanno una resistenza molto alta. Sono perciò utilizzati per la produzione di piatti e contenitori, potendo sopportare comodamente alte temperature in microonde e lavastoviglie. 

L’utilizzo della porcellana è anche molto diffuso in campo medico e dentistico, così come per componenti d’arredamento. 

La particolarità del suo aspetto traslucido le conferisce una veste unica e particolare. E la vetrificazione che gli viene conferita dalle alte temperature e dai materiali annulla quasi del tutto la sua porosità.

Gres

Il gres è un tipo di lavorazione simile alla porcellana, ma che non raggiunge lo stesso grado di lucentezza. Rispetto a questa risulta quindi meno elegante, cionondimeno un ottimo materiale per creare prodotti di grande resistenza.

Si genera da impasti diversi a seconda del tipo di gres che si vuole ottenere. Queste miscele contengono argille ferrose, caolino, silice, quarzo e feldspati, solitamente.

Anche in questo caso, le temperature massime di cottura raggiungono i 1300 gradi. Permettendo al materiale di ridurre molto il suo grado di porosità. Per queste sue caratteristiche, il gres è utilizzato in svariati campi. 

Da oggetti artistici a piastrelle, da sanitari a contenitori per composti chimici. È un materiale molto duttile, e ha un costo di produzione relativamente contenuto.

Ceramiche a pasta porosa: maioliche e terracotta

Terracotta

Il primo prodotto ceramico a pasta porosa di cui parliamo è la terracotta. Un materiale che ha una porosità in genere fra il 5 e l’8 %, e quindi necessita di essere smaltato per far sì che mantenga una tenuta stagna. La terracotta è caratterizzata dal tipico colore rosso che assume in cottura. Che può diventare più scuro aumentando la temperatura del forno. 

Molto presente per un certo tipo di costruzioni è il laterizio, una delle forme più conosciute della terracotta. 

In generale, le terre di cui è composta sono caolino, quarzo, feldspato e argilla. 

A questi, si unisce l’ossido di ferro, artefice proprio della colorazione rossastra del materiale. Per la sua cottura, la terra deve essere prima fatta adeguatamente seccare. Così da eliminare ogni residua traccia di umidità.

Dopodiché si passa alla cottura in forni che raggiungono temperature di 900-1000°. Questo tipo di lavorazioni, oltre che nell’edilizia, sono state molto utilizzate in diversi ambiti. Dalla costruzione di vasi e piastrelle alla fabbricazione di oggetti decorativi

Si tratta di materiali facili da ottenere, e, per questo, largamente utilizzati nel passato in gran parte del mondo. E tuttavia altrettanto fragili, esposti a rotture e sbeccature. Proprio per questo, sono spesso prodotti a sezioni spesse a garanzia di una maggiore resistenza.

Maioliche

La maiolica è un secondo tipo di lavorazione ceramica a pasta porosa, rivestito di uno strato di smalto a base di stagno o piombo, che ne riduce la porosità. Una interessante nozione riguardo la maiolica è innanzitutto l’origine del suo nome. 

Il termine ha una connotazione geografica: deriva dalla città spagnola di Maiorca, centro in cui si sviluppò, durante il Medioevo, un fiorente commercio di questo materiale. 

All’estero, tuttavia, è proprio una città italiana, la cui fama è ugualmente legata alle maioliche, a prestare il suo nome alle maioliche. Ovvero Faenza, da cui proviene il termine “faïence”. 

Cenni storici a parte, la natura delle maioliche indica proprio oggetti di terracotta smaltata. Dopo la prima cottura, il cosiddetto biscotto, la terracotta viene immersa in uno smalto bianco, decorata e cotta una seconda volta.

Fu un oggetto largamente in uso nel Cinquecento e fino a tutto il XVII secolo, quando arricchiva di sfarzo i banchetti delle case signorili e nobiliari. Piano piano, la sua diffusione cedette il passo ad una lavorazione ancora più apprezzata, la porcellana. 

La bellezza della maiolica rimane comunque ancora oggi a testimonianza di una forma d’arte applicata ad oggetti di uso quotidiano. In tutto il mondo, così come in Italia, si svilupparono numerosissime ‘scuole’ legate alla maiolica. 

Ognuna differente per motivi decorativi e varianti sulle tecniche di produzione. Si svilupparono importanti centri di maioliche ad esempio a Deruta, Faenza, Urbino, Montelupo e Caltagirone.

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