Le tipologie di cornici: da quelle a cassetta alle Salvator Rosa

Tipologie di cornici

Il mondo della cornice è ricco di dettagli e di grande fascino. Benché la nostra attenzione sia quasi esclusivamente focalizzata sull’opera da incorniciare, l’importanza che ha la cornice nel darle risalto è cruciale.

Per nostra fortuna, molti appassionati artigiani coltivano e continuano ancora l’arte del confezionare cornici su misura. Un modo non solo per avere prodotti personalizzati, ma anche per avvalersi di un occhio esperto che sappia proporre la soluzione giusta per il tipo di opera e l’ambiente in cui è inserita. 

Se mai ti fosse capitato di entrare in un negozio di cornici artigianale, avrai capito quanto questo universo sia vario e complesso. Fra tipologie stilistiche, materiali, rivestimenti e forme, ci si trova spiazzati nell’affrontare una scelta.

Proprio per questo, oggi ci addentriamo in questo sentiero, per conoscere meglio le diverse tipologie di cornici. Dalle più antiche alle più moderne. E capirne le caratteristiche tecniche e stilistiche che distinguono una dall’altra.

Ci muoviamo quindi cronologicamente partendo da quelle più antiche

Se già in epoca classica si usava ‘incorniciare’ un quadro con motivi dipinti, è solo nel tardo Medioevo che la cornice diventa elemento a sé stante. Realizzato in legno, intarsiato e arricchito con vari elementi. Nel corso di un periodo che arriva fino all’Ottocento, si sviluppano diversi modelli di cornice. I cui principali sono le cornici a cassetta, la sansovino e la salvator rosa

Oggi ci concentriamo su queste, per capirne meglio le peculiarità e caratteristiche.

Tipi di cornice: le cornici a cassetta

cornice a cassetta

Le cornici a cassetta antiche hanno visto la loro comparsa in epoca rinascimentale, e hanno continuato ad essere di gran voga per tutto il XVI secolo. Queste sono completamente diverse dall’omonimo stile di cornice contemporaneo, che è la cornice a cassetta americana.

Quelle rinascimentali sono contraddistinte sostanzialmente da tre elementi. Una modanatura (ovvero una fascia sagomata con un preciso profilo geometrico) che segue tutta la cornice lungo il perimetro più esterno. Una seconda modanatura, nella parte più interna alla cornice, cioè quella più vicina all’opera. E, infine, una superficie piatta che si interpone fra questi due elementi. 

Proprio su questa terza parte vengono accolti disegni e fregi che rendono unica ogni singola cornice. 

Un modello simile ma diverso si affiancò all’originale già nel corso del Cinquecento. Ovvero la cornice a cassetta rovesciata. Se nel primo caso, la modanatura interna era posta più in profondità rispetto a quella esterna, per la cassetta rovesciata funziona esattamente al contrario. In questo modo, la parte di cornice più vicina all’opera era quella che sporgeva di più verso lo spettatore. Digradando, di conseguenza, verso il perimetro più esterno. 

La cornice Sansovino

cornice sansovino

Le cornici sansovino sono contemporanee a quelle a cassetta. Il loro nome deriva da Jacopo Tatti detto il Sansovino, architetto e scultore toscano. Proprio colui che introdusse questa nuova concezione di cornice, che fu molto apprezzata all’epoca come lo è ancora oggi. 

Le peculiarità sono proprio una serie di elementi tipici dell’architettura, inseriti nella struttura della cornice. Questa venne infatti arricchita con archi, volute, rosette e augnature, ovvero tagli obliqui sulle modanature. Una sequela di interventi, insomma, che conferivano alla cornice una tridimensionalità dal grande impatto visivo. Creando giochi di luce e ombre che ne aumentavano il fascino. 

All’intagliatura artigianale di questi elementi, veniva poi applicata la foglia d’oro, attraverso la tecnica di doratura a guazzo. E, seguendo gli stessi procedimenti, i corniciai odierni riescono a replicare questa scultura sul legno anche oggi. Uno stile decisamente particolare, ma anche delicato, per via del vivace protagonismo della cornice stessa in relazione al dipinto. 

Per quanto questo tipo di cornici sembrino esse stesse delle opere, è fondamentale un occhio esperto per armonizzarle con il soggetto incorniciato. Facendo sì che entrambi gli elementi siano valorizzati al meglio.

Le cornici Salvator Rosa

cornice salvator rosa

In un periodo successivo, quello barocco, si diffuse un altro modello. Anche in questo caso, il nome deriva dal suo inventore, il pittore Salvator Rosa. Una cornice che, questa volta, si liberava da tutti gli orpelli tipici di quelle rinascimentali per raggiungere un profilo più austero, che non intaccasse il protagonismo dell’opera. 

Agli intarsi, ai fregi e agli elementi di decoro tipici del periodo rinascimentale, il pittore partenopeo contrappose un modello meno ricco ma comunque di grande eleganza. Realizzato con una serie di gole, sottogole e gusci senza riportare motivi geometrici o floreali al loro interno. 

La sua cornice conobbe presto un grande successo, proprio perché richiedeva molto meno tempo nell’essere realizzata, così come costi più contenuti. Era di più facile trasportabilità, e questa sua caratteristica le permise ben presto di essere adottata su larga scala. 

Salvator Rosa, da pittore, studiò questo a fondo questo nuovo modello per dare il miglior risalto possibile alle opere. Qualcosa in contrapposizione con il fasto e la ricercatezza barocca, se ci si pensa. Tuttavia, non per questo meno importante, come elemento. Anzi. 

Lo stesso Salvator Rosa non esponeva mai un suo dipinto senza l’adeguata cornice!

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