Artigianato in Toscana: 5 lavorazioni antiche tradizionali

Artigianato in Toscana

L’artigianato toscano custodisce saperi antichi e manufatti davvero interessanti. La Toscana è infatti una delle regioni italiane che ha saputo conservare la conoscenza di antichissime lavorazioni. 

Per portarle fino ai giorni nostri, in un armonioso connubio fra passato e presente. Fra le splendide città toscane e i suoi borghi immersi fra verdeggianti colline, si trovano ancora artigiani esperti con le loro botteghe. Contenti di far conoscere a chiunque le meraviglie del loro lavoro. 

Andiamo quindi a scoprire 5 importantissime tradizioni dell’artigianato in Toscana. Dalla ceramica di Montelupo fino al marmo di Carrara. Consapevoli di lasciarne fuori di altrettanto importanti, che ci premuriamo di trattare più avanti. 

Le ceramiche di Montelupo

La ceramica di Montelupo Fiorentino ha una storia molto antica. Grazie al contesto geografico in cui si trova la cittadina, vicino alle rive dell’Arno, qui l’argilla ha svolto da sempre un ruolo fondamentale. 

Si ha notizia di lavorazioni ceramiche fin dal XIII secolo. In particolar modo, nel mondo delle maioliche, ovvero le ceramiche smaltate, che caratterizza la storia artigiana di Montelupo Fiorentino. 

Particolarissimi manufatti, che si distinguono per i decori di ispirazione ispanica e araba, e per dominanti di colore fra il verde e il blu. Il territorio di Montelupo ebbe una grande spinta per le sue ceramiche grazie ad un conquistato accesso al mare. Sottratto all’egemonia della vicina Pisa. 

Questo permise alle maioliche di Montelupo di diventare oggetto immancabile lungo le tratte mercantili, che dalla Toscana arrivavano ovunque. Lungo tutto il Mediterraneo, toccando le coste del vicino nord Africa. Ma anche oltre, giungendo ad essere apprezzate nel Regno Unito, fino alle Americhe. 

Fu in effetti intorno al 1600 il momento di maggior successo per l’artigianato ceramista di Montelupo. Tuttavia, ancora oggi, questo viene coltivato con passione da artigiani locali. E se ne può rivivere la lunga storia all’interno del Museo della Ceramica cittadino.

Alabastro di Volterra

Nella meravigliosa Volterra viene custodito un sapere antico come la città. Si tratta della lavorazione dell’alabastro. Una pietra lucente, più morbida rispetto al marmo, che accompagna la vita di Volterra da più di duemila anni. 

Grazie alle cave presenti sul territorio, qui si è potuto beneficiare di enormi quantità di questa pietra, e si sono affinate le tecniche della sua lavorazione. I maestri alabastrai, ancora molto presenti nelle botteghe del centro storico, custodiscono le tecniche della sua lavorazione. 

Nel corso dei secoli, questo splendido materiale è servito per scopi molto diversi. Come base per la realizzazione di oggetti quotidiani, come ciotole o vasi, a vere e proprie sculture e opere pubbliche. 

Una storia che è andata avanti ininterrottamente, nonostante durante il Medioevo l’attività si ridusse notevolmente. Nel periodo successivo, quello rinascimentale, insieme alla cultura e alle arti, risorse anche la passione verso l’alabastro

Riprese la lavorazione di questa ‘pietra di luce’, per portarla fino ai giorni nostri. L’Ecomuseo dell’Alabastro a Volterra conserva mirabili esempi di manufatti prodotti nel corso dei secoli. Un ottimo punto di partenza per addentrarsi nelle sue pieghe. Prima di far visita a qualche maestro artigiano, che potrà mostrarvi nel concreto i segreti di questa antica lavorazione.

Marmo di Carrara

Forse il re dell’artigianato toscano. Il marmo di Carrara, grazie alla sua bellezza e duttilità, è diventato una superstar a livello internazionale. Le grandi riserve disseminate lungo le vicine Alpi Apuane forniscono, da duemila anni, la preziosa materia prima che i carraresi hanno saputo maneggiare così abilmente. 

Molto interessante il fatto che questa eccellenza locale si unisce indissolubilmente a un’altra. Ovvero al lardo di Colonnata, che viene appositamente preparato su lastre di marmo. Oltre a questa più romantica funzione, il marmo di Carrara ha avuto la capacità di adattarsi a tutte le esigenze. 

Dalla fabbricazione di utensili, di opere pubbliche e religiose, a, ovviamente, sculture. Il grande Michelangelo, che l’ha usato, tra le altre cose, per il suo David, veniva a scegliersi di persona il materiale grezzo. Dalla Toscana, furono poi, in particolar modo, i Maestri comacini che lo utilizzarono ampiamente. Portando la sua fama ben oltre i confini della regione. 

Il marmo di Carrara è ancora oggi ricercatissimo per architetture di gran pregio. La raffinatezza delle sue venature e la bellezza delle superfici non smettono di stupire e affascinare in tutto il mondo. Ovunque, oggi, si possono trovare grandi opere realizzate in marmo di Carrara, una vera e propria eccellenza dell’artigianato toscano.

Oro di Arezzo

Forse non tutti sanno che Arezzo è considerata la città dell’oro. L’artigianato orafo nella città toscana è infatti eredità lasciata dagli Etruschi. Che, con grande abilità, svilupparono interessanti lavorazioni per produrre gioielli e altri oggetti in oro. 

La cosa meravigliosa è che, ancora oggi, Arezzo è il punto di riferimento per il settore. Nel corso del Novecento, si è infatti creato in città il più importante distretto manifatturiero orafo italiano. Arrivando a contare oltre mille aziende e ospitando, ogni anno, importanti fiere e manifestazioni a livello mondiale. 

Facendo un piccolo passo indietro e ritornando alle origini, è ancora argomento di studio e approfondimento l’arte orafa degli Etruschi. In particolare, essi usavano la tecnica nota come granulazione. Questa prevedeva la riduzione della materia grezza in piccoli grani di oro, che venivano poi uniti e saldati insieme su una lamina per creare la forma del gioiello

Una tecnica che è stata portata avanti nel corso dei secoli. Approdata poi nelle varie botteghe orafe cittadine, che fiorirono in città nel corso del Cinquecento. È proprio qui che oggi si possono ancora ammirare esperti artigiani orafi all’opera. Forti di una tradizione millenaria che non ha mai abbandonato queste mura. 

Cristallo di Colle Val d’Elsa

Ci sono alcuni numeri interessanti da conoscere per capire come il cristallo sia importante a Colle Val d’Elsa. Ad esempio, il fatto che oltre il 95 per cento del cristallo prodotto in Italia arriva proprio da qui, ed il 15 per cento a livello mondiale. Cifre davvero ragguardevoli, se pensiamo che non si sta parlando di una metropoli o un grande polo manifatturiero. 

Tuttavia, a Colle Val d’Elsa il cristallo è sempre stato di casa. Almeno a partire dal 1300, periodo in cui si sviluppa la sua lavorazione. Questo anche grazie alla grande abbondanza di materie prime utili di cui la cittadina poteva disporre. Ovvero acqua, sabbia e legname. 

Grazie a queste tre preziosissime risorse, Colle Val d’Elsa divenne così famosa per il suo cristallo da essere definita la Boemia italiana. Tutta questa storia si può rivivere e apprendere nel cittadino Museo del Cristallo. Mentre la parte più scenografica si gode invece nelle diverse botteghe aperte che si trovano in giro per la città. In questi posti è possibile ammirare i maestri artigiani del cristallo a lavoro. Mentre plasmano con il fuoco e il calore i più svariati oggetti. Dai classici calici e bicchieri, a soprammobili e veri e propri oggetti d’arte. 

Consigliati per te