Lucrezia Marradi: decorazione d’interni fra natura e digitale

Lucrezia Marradi

C’è qualcosa di ipnotico nelle opere di Lucrezia Marradi. Una giovane e talentuosa artigiana decoratrice, attiva su diversi progetti in giro per l’Italia. Anche se è a Milano che ha il suo quartier generale, ed è qui che si è trasferita dalla sua terra madre. 

La formazione di Lucrezia

“Sono nata e cresciuta a Limite sull’Arno, vicino Firenze”, ci racconta. “Molto vicino a Montelupo Fiorentino, un paese che è legato al mondo della ceramica. Per cui l’artigianato l’ho respirato fin da bambina.”

Lo spirito artistico di Lucrezia Marradi è non per niente ben evidente fin da subito. Frequenta il liceo artistico a Empoli e l’Accademia di Belle Arti a Firenze

In quest’ultima, in particolare, studia grafica d’arte. Approfondisce varie tecniche d’incisione, come la calcografia, che permette di imprimere un disegno su metalli più o meno duri. Impara a gestire diversi materiali, rame, zinco, ferro, e gli acidi in grado di mordere il metallo. Ma anche la xilografia, una particolare tecnica d’incisione sul legno. 

“In questi anni ho avuto modo di sperimentare molto”.  

Lucrezia continua i suoi studi con un erasmus a Siviglia, dove continua ad apprendere xilografia, fotoincisione e varie tecniche di stampa. E in questo periodo impara un approccio più reale al mondo del lavoro. 

“È lì che ho appreso anche come trasformare il sapere di una tecnica in qualcosa di concreto. In Spagna ho notato un modo di insegnare molto più focalizzato al mercato del lavoro”.

La grafica digitale nell’artigianato moderno

Le successive due esperienze sono altrettanto fondamentali nell’arricchire il bagaglio di competenze. La prima è un tirocinio all’interno di un’agenzia pubblicitaria. Qui impara l’utilizzo di programmi di grafica digitale. Una competenza che oggi le torna incredibilmente utile, come ci racconta. 

“Molti artigiani, anche giovani, vedo che faticano ad utilizzare determinati programmi. Io li trovo invece estremamente utili per velocizzare il mio lavoro e per non rimanere indietro, per stare al passo coi tempi”.  

Attraverso l’illustrazione in digitale, così come l’utilizzo di rendering, Lucrezia è in grado di sottoporre ai propri clienti dei risultati prima che il lavoro venga svolto. 

“È difficile per chiunque potersi figurare l’impatto che può avere una decorazione a parete. Grazie ai software che ci sono oggi a disposizione, io posso simulare l’effetto finale, e dare al mio cliente l’idea del risultato”. 

Lucrezia si trasferisce infine a Milano, dove studia all’Accademia di Brera. Proprio durante il suo percorso di studi, inizia ad indirizzare i suoi sforzi verso il campo dell’illustrazione. E a entrare in contatto con professionisti artigiani, con i quali inizia le prime collaborazioni. 

“Ancora oggi, nonostante abbia i miei lavori, continuo a collaborare con altri professionisti. Penso che sia necessario, di tanto in tanto, staccarsi un po’ dal proprio modo di lavorare. Guardare cosa accade intorno a sé. Ogni artigiano ha il proprio stile, e per crescere e imparare continuamente è importante confrontarsi con altri. Ogni volta che succede, alla fine porti dietro con te sempre qualcosa”. 

È dal 2021 che Lucrezia comincia attivamente a dedicarsi ai suoi progetti personali. Principalmente nella decorazione a parete

Decorazione d’interni e natura

“Mi interessa molto il mondo naturale. Sono cresciuta in un paese della Toscana, circondata dalla natura. Per me è un elemento che non può mai mancare in una casa o in una camera. Se non nelle sue forme, nei suoi colori. È un po’ come portare dentro quello che c’è fuori”.

È proprio questo un tratto distintivo delle sue decorazioni. Richiami al mondo della flora e della fauna, ma anche l’introduzione, di tanto in tanto, di elementi fantastici. Come le è capitato di fare per un lavoro particolare, in cui ha trasposto il disegno a matita su foglio alla parete, con una specifica tecnica di fissaggio. 

Ma come si progetta un lavoro di decorazione a parete per una casa? 

“È necessario un sopralluogo, in cui si valutano gli elementi d’arredamento già presenti, i colori della stanza, e le esigenze del proprietario. Che possono essere più o meno precise”.

Il lavoro a monte, ci fa capire quindi Lucrezia, è un’analisi approfondita non solo degli ambienti, ma anche delle persone che la abitano. Unendo fra loro tutti gli elementi, Lucrezia propone la soluzione che ritiene ideale. 

“Questa è senza dubbio la parte più stimolante e divertente del mio lavoro. Lavorare su un progetto fino ad ottenere la soluzione che senti essere quella giusta.”

In realtà, benché il suo principale ambito sia quello da decoratrice d’interni, Lucrezia segue anche progetti diversi, sempre nel contesto dell’illustrazione. Come ad esempio nell’editoria, in cui partecipa alla realizzazione di alcune illustrazioni del giornale Il Bottone. 

I progetti artistici di Lucrezia Marradi

Ma è molto legata anche al mondo dell’arte più pura. Ci racconta che è sempre stata una grande appassionata. E, ancora oggi, le piace dedicarsi a progetti artistici personali, partecipando a concorsi durante l’anno. 

“Questo è qualcosa che non pubblicizzo troppo”, dice ridendo. “Sono progetti personali”. 

In questo suo percorso artistico, sono molti i riferimenti che ha e da cui trae ispirazione. 

“Mi piace molto l’arte orientale. In particolar modo un’artista giapponese, Chiharu Shiota, che utilizza fili rossi e colorati, tra cui intervalla oggetti legati al mondo dei ricordi. Una visione onirica che mi ha sempre affascinato. Trovo molto vicina a me invece l’arte di Schiele. Con i suoi volti umani che sembrano uscire dal quadro. Il suo tratto duro, deciso, veloce, sporco lo sento molto simile al mio. Così come mi appassiona l’arte di Klimt, come raffigura i corpi umani e li abbellisce coprendoli d’altro”.

Tutte influenze che, ci dice, trasmette principalmente nei suoi lavori artistici. Ma che, senza dubbio, non possono che lasciare traccia anche in un più schietto artigianato.

A proposito di questo, cogliamo l’occasione per conoscere il suo pensiero riguardo questi due mondi. Che a volte sembrano essere separati da un filo molto sottile. 

“Credo che uno dovrebbe imparare qualcosa dall’altra”, dice. “L’arte dovrebbe essere più accessibile a tutti, nel senso di riuscire a ricoprire un ruolo più pratico nella vita di tutti i giorni. L’artigianato, invece, sarebbe interessante inglobasse in sé una vena più artistica. Che restituisca maggiormente la sensibilità dell’artigiano”.

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