2010 Limited Edition, il recupero del vintage

Nel cuore di Milano, a pochi passi da Corso Magenta, ci troviamo avvolti in una delle realtà più originali di artigianato made in Italy. Siamo nello showroom di 2010 Limited Edition. Un’idea nata dall’estro e dalla professionalità di Cristian Sutti.

Signore eclettico, formazione da architetto e industrial designer, attivo nel mercato dei gioielli e dei beni di lusso. 

Cristian è una di quelle persone capaci di trasmettere facilmente il proprio entusiasmo, aiutato da una passione profonda verso ciò che fa. In questa piacevole chiacchierata, andiamo a scavare in un recente passato, riscoprendo come, non troppo tempo fa, la qualità artigianale era la priorità nella realizzazione di un oggetto. 

2010 Limited Edition è nato il 20 ottobre del 2010”, ci racconta. “Quando ho disegnato e depositato il logo del marchio. Ho deciso poi di riprenderlo in mano solo negli ultimi due anni”.

Anche se, nel frattempo, più o meno indirettamente, Cristian ha continuato a costruirne le basi. “Tra 2010 e 2020 ho fatto tante cose per me. Anelli, tshirt, borse. Capitava però sempre più spesso che i miei amici e conoscenti li vedessero e me li chiedessero per loro”, racconta. “Ho pensato che sarebbe allora stato giusto dare a chiunque la possibilità di acquistarli”.

In effetti, quelli che si trovano sotto il marchio 2010 L.E. sono oggetti unici. E di qualsiasi tipo. Sedie, cassette d’acqua, grattugie. Una inclinazione verso l’oggetto vintage che Cristian ha fatto evolvere in qualcosa di completamente nuovo. 

Per passione, capitava che, ad esempio durante un viaggio di lavoro, vedessi l’insegna di un rigattiere, e andavo a fargli una visita”. È così che, nel corso degli anni, Cristian ha raccolto oggetti incredibili caduti in disuso, e soprattutto oramai introvabili

Come alcune delle borse che ci mostra appena arrivati. “Queste sono le bisacce originali con cui giravano i postini”, ci dice. “Ho recuperato dei vecchi tessuti, sempre utilizzati ai tempi dalle poste italiane, e glieli ho fatti cucire sopra”. Il risultato, a vederlo dal vivo, è eccezionale. 

Quello che fa Cristian è proprio questo. Recuperare oggetti antichi per restaurarli e reinventarli in maniera creativa. In tutto quello che fa, non si vedono limiti all’inventiva. 

Non prendo tutto. In molti mi chiamano proponendomi oggetti vintage. Ma io devo vedere l’oggetto, mi deve trasmettere energia. Lo devo immaginare in una nuova forma”. 

Ed è forse proprio questa la genialità dei suoi prodotti. Per quanto gli oggetti e i materiali di partenza abbiano una fattura ed un’estetica unici, è il loro riuso e la storia che essi racchiudono che li rendono straordinari.

Questa è una capacità che hai o non hai. Non è possibile apprenderla o insegnarla”, ci conferma. A tal punto che gli è stata commissionata la scrittura di un libro, che spieghi il significato del vintage e del recupero creativo

Non si trovano libri del genere su questo argomento. Io il mio l’avevo già iniziato a scrivere tempo fa. Ora lo sto riprendendo, ma è molto difficile spiegare quel che faccio”.

E in effetti, non c’è migliore spiegazione che vedere (e soprattutto toccare) tutte le sue più stravaganti creazioni.

Come dei bellissimi anelli che ha deciso di realizzare partendo dai pulsanti delle vecchie macchine da scrivere

Questi ne ho venduti molti in Giappone”, ci dice. “Per qualche motivo loro cercano molto la M. Per cui ho dovuto recuperare altre macchine da scrivere, tornando lì dove avevo  acquistato le prime”.

Un lavoro, quello di Cristian, che non si ferma solo al recupero e all’ideazione di nuove forme e scopi da dare ai suoi oggetti retrò. Ma prosegue nella ricerca degli artigiani (in giro per l’Italia) in grado di fare lavorazioni magari superate e in disuso. 

Mi è capitato di andare da un fabbro che non avesse gli strumenti per poter lavorare l’acciaio inox”, ci dice. “La parte bella del lavoro è però anche questa. Parlando con gli artigiani scopro molte cose di cui non ero a conoscenza”.

Ad esempio?

Queste cinghie qui”, dice riprendendo le borse dei vecchi postini, “nessuno le fa più in pelle. È una lavorazione troppo costosa e antieconomica. Anche le aziende più famose, che vendono le loro borse a migliaia di euro, fanno realizzare le cinghie in tessuto. Questi sono accessori che nessuno fa più!

E si ritorna al punto della Limited Edition. “In realtà altro che edizione limitata”, conclude Cristian. “Si tratta proprio di pezzi unici”. 

Girando per il suo showroom si trova davvero qualsiasi cosa. Anche oggetti ancora non lavorati, che aspettano di trovare una loro sistemazione. 

Questa è una vecchia grattugia anni ‘30 che si metteva al centro della tavola per tutti i commensali”, dice prendendo un grosso oggetto bucherellato in ferro. “In una vecchia casa di campagna, basta fare un applique, posizionarvi dietro una luce, e diventa una lampada spettacolare” dice appoggiandola al muro. E già riusciamo a figurarcela. 

Ci sono poi vecchie casse in legno porta bottiglie. Una, in particolare, attira la nostra attenzione. Riporta ancora il timbro San Pellegrino su un lato. E, al suo interno, bottiglie originali in vetro di aranciate e chinotti del famoso brand di bevande.

Guarda la fattura di questa cassa”, ci fa notare. “Ora chi mai le farebbe in questo modo?

Il bello di aggirarsi qui è che veramente ogni cosa ha una storia da raccontare. Ci colpiscono tre grandi  borsoni verdi appesi a una parete del negozio. 

Questa è una vera borsa dell’esercito italiano”. Nel dirlo, ci mostra un dettaglio pazzesco. “Vedi qui, c’è ancora il nome del soldato a cui era stata affidata”. 

Un po’ come potersi comprare materiale da museo e utilizzarlo quotidianamente. “Questo era un borsone che avevo comprato un po’ di tempo fa”, continua. “Io lo utilizzo per andare in moto. È comodissimo e molto spazioso, e la fattura è ottima”.

In un angolo della stanza, vediamo invece un graziosissimo quadretto di oggetti vintage. I diversi elementi che lo compongono hanno ognuno una storia singolare. 

Il primo che ci fa notare è un soprammobile. Si tratta di una scatola di fiammiferi che riporta sopra il modellino di una roulotte. Il tutto coperto da una voluminosa campana in vetro.

Questo è uno dei primissimi esemplari di modellino in metallo pressofuso, della Matchbox”, ci spiega allora Cristian. “Ho preso la scatola originale di fiammiferi con sopra la roulotte. Era una linea degli anni ‘50 chiamata Matchbox Series. Ho poi fatto realizzare la base da un artigiano. Mentre questa”, dice indicando la campana di vetro, “è parte di una vecchia apparecchiatura medica che si usava un tempo, probabilmente con la funzione di una flebo”. 

Il singolare soprammobile è appoggiato sopra uno splendido tavolino. Dopo averlo trovato da un ciabattino umbro, Cristian ha voluto abbellirlo facendovi incassare una colorata maiolica, realizzata anch’essa in Umbria da una vicina fornace. 

Ho voluto unire due maestranze regionali diverse in un unico oggetto”. 

Appena sopra, appoggiato a muro, uno specchio incorniciato. 

Questa invece”, ci chiarisce prontamente, indicando la cornice, “è una vecchia finestra ligure”. Trasformata, con l’ennesimo tocco di genio, in uno specchio da bagno

Troviamo poi dei pezzi provenienti dalle ex fabbriche Falck, dei portachiavi fatti con dadi dismessi dei casino di Las Vegas. E bracciali realizzati con vecchie placche, un tempo apposte sui complementi d’arredo negli uffici della pubblica amministrazione. E finiamo poi con alcuni bauli utilizzati per i viaggi navali, risalenti alla Prima Guerra Mondiale. 

Su questo”, ci indica, “si può ancora vedere la targa con il nome del Capitano”. 

Al termine della visita, una cosa ci sembra di averla capita. L’antico ha ancora oggi un enorme valore e fascino. E che, se non fosse per persone come Cristian, sarebbe relegato e perduto in qualche polverosa cantina, in attesa di scomparire.re

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