Giassi Mosaico, l’arte musiva di Maria Giassi

A farci oggi da guida per spiegarci qualcosa in più sul mondo dell’artigianato è Maria Giassi. Artigiana mosaicista dietro al brand Giassi Mosaico

Ci accoglie nel suo coloratissimo laboratorio milanese e ci racconta di come è stata folgorata dal fascino di quest’arte secolare. 

Ho frequentato l’istituto d’arte nella mia città, Trieste. Una mia insegnante, al quinto anno, mi invitò a visitare la Scuola Mosaicisti del Friuli a Spilimbergo PN, e da lì mi sono subito innamorata di quei materiali e quei colori”. 

Il laboratorio di Maria è tappezzato da tessere di ogni colore. Ordinatamente raccolte in barattoli, o sparse su tavoli pronte per essere apposte sul prossimo lavoro. 

L’effetto è veramente particolare. Sembra un po’ di tornare bambini, a giocare con tessere colorate per dar vita a qualcosa di incredibilmente vivo. Non fa strano che Maria ne sia rimasta affascinata.

La tecnica musiva è praticamente rimasta invariata dai tempi dei Romani”, ci spiega. Anche gli strumenti sono molto simili. “Tutto quello di cui ha bisogno il mosaicista è la martellina e un tagliolo in ferro, che va inserito in un ceppo”. Con questi due strumenti, Maria è in grado di tagliare le tessere a suo piacimento. Inferendogli un colpo secco con la martellina, dopo averle appoggiate sul tagliolo appuntito. 

Oggi, nelle scuole, si insegna anche mosaico contemporaneo, dove oltre a smalti e marmi classici sono utilizzati anche altri materiali come metalli, plastiche, tessuti e resine o oggetti di riciclo

Perché come ogni forma d’arte, ci spiega, c’è uno stile che potremmo definire classico, con determinati materiali, ma c’è anche l’innovazione portata dal singolo artista. 

Una volta che si conosce e si padroneggia la tecnica, è possibile sperimentare utilizzando materiali diversi”, ci dice. E ci mostra come esempio alcune sue creazioni personalissime

Da un po’ di tempo mi sono appassionata alla ceramica e alla tecnica raku”, ci racconta. “Ho appreso da un artigiano ceramista come modellare e dar vita ad oggetti in ceramica. E ho poi voluto utilizzare questo materiale anche nei miei mosaici”. 

Ha così creato opere estremamente originali. Come una in cui cocci di ceramica rotti balzano fuori da motivi a mosaico, dando a questi ancora più tridimensionalità.

Capiamo qualcosa in più di come si fa un mosaico. Perché, come si può intuire, non è certo banale. 

Maria ci mostra qualche foto dei suoi lavori precedenti, provando a spiegare a noi profani come lavora un artigiano mosaicista

Una delle tecniche è quella della lavorazione a rovescio su carta , per cui si lavora al contrario, incollando in modo provvisorio le tessere sulla carta da mosaico. Ci mostra un pezzo di mosaico che sta preparando. “Quello che vedete è il retro del mosaico. Il risultato che si vedrà alla fine sarà l’altro lato delle tessere”. 

Ci facciamo spiegare meglio questo particolare procedimento.

Una volta fatto il disegno, vengono scelti i materiali con cui verrà realizzato il mosaico. Prima di lavorare, si taglia e seziona la carta, in vari pezzi. Dopodiché si riposizionano uno a fianco all’altro, ricomponendo tutto il foglio e incollando le tessere. Poi c’è la fase della posa in opera per cui si procede stendendo la colla a parete e si incollano i fogli”. 

La carta che fa da base al mosaico, quindi, non viene applicata a parete, ma rimane dalla parte scoperta del mosaico. È solo dopo aver incollato tutto il mosaico a parete che si rimuove la carta, bagnandola.

All’inizio, quando si lava la colla, il mosaico non è ancora completamente fissato alla parete”, ci informa Maria. “Questo permette al mosaicista di avere margine per modificare qualcosa e controllare che tutto sia perfetto. Può succedere che, durante la posa, qualche tessera si muova. In questa fase le si può aggiustare”.

È sempre in questa fase che si procede poi ad allineare perfettamente le tessere, per rendere il mosaico omogeneo, e a stuccare le fughe, riempiendo così gli spazi tra una tessera e l’altra rendendo la superficie liscia ed uniforme.

Aggirandoci per il laboratorio, iniziamo a tocchicciare, come dei bambini divertiti, le diverse tessere colorate che Maria ha a sua disposizione. 

Le tessere in smalto per mosaici vengono realizzate da fornaci specializzate, ci spiega. “Realizzano lastre colorate, e procedono poi al taglio delle singole tessere. I marmi invece, essendo materiali naturali, vengono selezionati in base alle loro caratteristiche tecniche e di colore, poi tagliati in lastre e in tessere a seconda delle necessità del mosaicista.

Che differenza c’è tra marmi e smalti, ci chiediamo allora.

Gli smalti sono materiali vetrosi. Solitamente non vengono usati per le pavimentazioni, se non in minima parte, perché si possono scheggiare o essere scivolosi”, chiarisce Maria. “Sono utilizzati ad esempio nei bagni per decorazioni a parete o nelle piscine”. E, con nostro stupore, aggiunge un dettaglio. “Gli smalti costano più del marmo”.

E uno dei materiali più pregiati ce l’ha proprio lì accanto, raccolto in una piccola ciotolina. 

Quella è una foglia d’oro racchiusa fra due vetri”, ci dice. “La foglia è così sottile che si usa un vetro colorato sotto per farne risaltare la doratura. Sul lato esterno della foglia, un sottilissimo strato di vetro, invisibile, serve invece come protezione”.

E la questione del ‘far risaltare i colori’ non è certo secondaria. Lo studio di come si rapportano fra di loro, come vengono influenzati l’uno dall’altro, è forse la questione cruciale per un mosaicista. Come ci conferma Maria. 

La parte più complessa è scegliere i materiali giusti da abbinare”. Ci indica, come esempio, uno dei suoi mosaici. “Lì, fra diverse tessere verdi, inserirne qualcuna arancione, che è il colore complementare, serve a far risaltare le prime. In gergo si dice far vibrare il mosaico“, ci dice. “Accosto colori contrastanti per dar loro più forza cromatica. Anche per questo mi preparo prima le mie palette di colori, così da studiare la composizione nel suo insieme dal punto di vista cromatico”. 

Poi continua. “Non è come in pittura, dove puoi miscelare i colori e graduarli finché non raggiungi il risultato voluto. Nel mosaico la tessera gialla rimane gialla. Devi essere bravo a capire come risulterà a fine lavoro la miscela e le sfumature dei colori che scegli”. 

Vediamo che, sul tavolo dove sta lavorando Maria, c’è una grande immagine raffigurante Gesù. Chiediamo allora delucidazioni. 

Questo mosaico è destinato ad una cappella funeraria”, ci risponde. 

Poco distante, un altro coloratissimo volto sacro ci guarda di sottecchi. 

Quello è un altro mosaico che sto realizzando”, ci dice Maria. “Il disegno lo ha fatto un mio amico artista che realizza vetrate”.

L’effetto che Maria riesce a dare a questo volto è ipnotico. La miscela di colori unita alla sua espressività è veramente qualcosa di unico.

In certi casi”, ci dice leggendo il nostro stupore, “partire da un disegno ben realizzato è di grande aiuto per un mosaicista”. Anche se, nella maggior parte dei casi, il lavoro di Maria comprende anche la parte di ideazione e disegno del mosaico che andrà a realizzare. 

“Anche quella è una sfida complessa da affrontare, ma è parte del mio lavoro”, ci dice sorridendo. 

Vedendo che ha ancora migliaia di tessere che aspettano di essere gentilmente incollate, la salutiamo, ringraziandola. 

Ricchi di interessantissime nozioni su questa arte millenaria, ancora oggi utilizzata per abbellire luoghi pubblici e privati. E non potremmo esserne più contenti.

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