Come si fa la ceramica? Dal tornio alla smaltatura

Come si fa la ceramica? Questa frequente domanda spinge moltissimi amatori a iscriversi a corsi o cercare informazioni a riguardo. 

La produzione della ceramica nelle sue varie forme, dalla porcellana alle maioliche, è un mestiere tanto antico quanto ricco di sfumature. 

Anzi, proprio i secoli di perfezionamento hanno permesso a quest’arte di evolversi nel tempo. In realtà, sono diverse le fasi di lavorazione della ceramica. 

E, come tutti i mestieri manuali, si imparano facendoli. Tuttavia, un po’ di infarinatura non fa mai male. Per cui, andiamo a scoprire quali sono le principali tecniche di produzione. 

Bisogna anzitutto dire che la varietà degli oggetti che si possono produrre è tale da non rendere omogenea la fase di produzione per tutti. Ad ogni modo, possiamo provare a raggruppare alcuni fondamentali passaggi. Ovvero tornitura, essiccazione, prima cottura, smaltatura, decorazione, invecchiamento

La torniatura

La parte della tornitura, o foggiatura a tornio, rappresenta forse il simbolo più celebre della lavorazione ceramista. È tuttavia solo una delle tecniche per iniziare a modellare l’argilla. Usata solo quando si vuole dar forma ad un oggetto a base circolare.


In realtà, c’è un passaggio che precede la fase della tornitura. Ovvero il trattamento dell’argilla stessa. In particolare, se si tratta di materiale di recupero. Questo, una volta compattato nel blocco unico, deve essere massaggiato con forza e con movimenti calibrati, in modo da eliminare le sacche d’aria. Elementi che, in cottura, possono creare crepe sulla superficie del manufatto. 

Dopodiché si installa con decisione il panetto di argilla al centro del tornio. Attraverso l’importantissima fase di centratura, il torniante bilancia la forza centrifuga della macchina con le proprie mani. Tenendo le braccia rigide attaccate al busto, impedisce all’argilla di lasciare il centro del tornio. Facendo attenzione ad inumidirsi le dita per maneggiarla con facilità. 


Completata questa prima fase e ottenuta, grossomodo, la forma desiderata, si passa alla fase di apertura. Ovvero quel passaggio che va a creare il foro all’interno del nostro vaso. Per fare questo, è necessario applicare una pressione al centro del panetto d’argilla con le dita. 

Man mano che si apre il foro, la mano forte va a plasmare la forma delle pareti, mentre quella debole tiene in asse il resto dell’argilla. Spostando poi la mano lungo le pareti create, si alza gradualmente l’altezza del manufatto. Calibrandone anche lo spessore. Facile a dirsi, o meglio, scriversi, molto meno a farlo. 

Oltre la tecnica del tornio, si possono creare oggetti in argilla anche in altri modi. Utilizzando la foggiatura a colombino, ad esempio, o la foggiatura a lastra

Essiccazione

La fase successiva è quella dell’essiccazione. Un momento che non richiede attenzioni da parte del ceramista, tuttavia importantissimo per la riuscita del manufatto. Nel momento di modellazione e tornitura, l’argilla ingloba molto acqua. 


Questa umidità che si crea al suo interno deve essere completamente espulsa prima di passare alla cottura. L’essiccazione deve avvenire lentamente e gradualmente, per evitare che si creino poi fratture e spaccature sul manufatto. 

L’argilla perde fra il 10-12 per cento del suo volume in questa fase. I tempi di essiccazione variano a seconda delle dimensioni dell’oggetto e delle soluzioni materiche che lo compongono. L’importante è giungere ad un manufatto completamente asciutto prima di procedere.

Prima cottura e biscotto 

Una volta raggiunto il risultato, si passa finalmente alla prima cottura. Quella che darà, come risultato, il famoso biscotto. Utilizzando forni appositi e ben controllati, la prima cottura avviene solitamente fra temperature comprese fra i 980 e i 1000 gradi centigradi. 


I forni per la ceramica dispongono di diversi piani refrattari, e sono programmati per raggiungere la temperatura massima gradualmente. I cicli di cottura sono programmati dall’artigiano, che, a seconda dell’oggetto e del risultato, può impostare il forno diversamente. 

Questa prima cottura dura comunque diverse ore. Un tempo necessario per alzare e abbassare in maniera progressiva le temperature e non sottoporre gli oggetti a shock termico. Il colore del biscotto cotto in maniera ideale risulta rosato e l’oggetto leggero. È molto importante anche non cuocere troppo l’argilla, che può deformarsi avvicinandosi ad un principio di fusione. 

La smaltatura

Chiudiamo questa prima puntata su come si fa la ceramica parlando di un ultimo, affascinante e complicato processo. Ovvero, la fase della smaltatura. I composti che vengono utilizzati per gli smalti sono una miscela di polveri di silice, carbonato di sodio o potassio, e diversi ossidi di metalli

Ogni ceramista ha le sue ricette, tentativi, esperimenti da riprodurre sui propri manufatti. Queste componenti vengono lasciate sciogliere in acqua all’interno di grandi contenitori. Solitamente vengono poi filtrati per ridurre al massimo le impurità. 

 

L’effettiva fase di smaltatura avviene applicando questi smalti sul biscotto. Utilizzando un pennello o pistole a spruzzo. Oppure a immersione, afferrando il manufatto con delle pinze e immergendolo per pochi secondi all’interno della soluzione. 

Un elemento fondamentale è il trattamento del biscotto prima di applicarvi sopra lo smalto. Il materiale grezzo che esce dal forno è, infatti, prima rifinito dal ceramista. Sia nelle forme, che nella pulizia. Vengono eliminate polvere e imperfezioni, utilizzando spugne umide, carta vetrata o forti getti d’acqua. 

La superficie del biscotto deve risultare completamente liscia, affinché lo smalto possa aderirvi in maniera perfetta.

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