Tecniche di oreficeria: le principali lavorazioni

Le tecniche dell’oreficeria sono molte, insegnate da maestri orafi o in apposite scuole che formano i nuovi artigiani del gioiello. Il lavoro di creazione parte infatti dalle prime fasi di fabbricazione della struttura in metallo, fino alle tecniche di decorazione applicate al prodotto finale.

Oggi andiamo a scoprire alcune delle principali lavorazioni dell’artigiano orafo. Alcune con millenni di storia alle spalle, ancora oggi utilizzate e sviluppate per ottenere gioielli, monili, collane e anelli.

Un vero e proprio patrimonio che un bravo orafo è in grado di maneggiare secondo i suoi bisogni. Andiamo a scoprirle. 


Fusione

Fusione a cera persa

La tecnica di fusione a cera persa ha una storia antichissima. Utilizzata già diversi secoli a. C. per creare statue e oggetti in metallo, la tecnologia è progredita, ma questo procedimento è ancora utilizzatissimo in numerosissimi campi. Dalla creazione di turbine all’artigianato. 

In particolare, applicandosi ai metalli, all’oreficeria. Questa tecnica si può applicare seguendo principalmente due metodi: quello diretto e quello indiretto. 

Il metodo indiretto consiste nel creare, inizialmente, il modello dell’oggetto utilizzando la cera. Completato questo passaggio, la cera viene avvolta da argilla in modo da formare uno stampo dell’oggetto.


Scaldando lo stampo, la cera si scioglie e viene espulsa attraverso delle apposite vie di fuga. A quel punto, viene versato il metallo fuso all’interno dello stampo, che assumerà esattamente la forma del precedente modello in cera. Questo è il metodo principalmente usato in oreficeria e gioielleria.

Il metodo diretto è simile, ed è utilizzato, ad esempio, per grossi oggetti in metallo, che si vuole mantenere cavi e, quindi, più leggeri.

La cera viene utilizzata al di sopra si una struttura in argilla, e coperta successivamente con uno strato di gesso. Anche in questo caso, la cera è poi fatta fondere ed eliminata. Al suo posto, nello spazio vuoto che si viene a formare fra argilla e gesso, viene versato il metallo fuso che comporrà il gioiello o l’oggetto.  Al suo interno, rimarrà l’anima d’argilla.

 

Fusione in osso di seppia

Un altro interessante metodo di fusione è quello che utilizza gli ossi di seppia. Questo particolarissimo materiale è infatti molto adattabile e versatile per fungere da stampo ai gioielli.

La particolare natura di questi oggetti, molto resistenti fuori e teneri all’interno, è utilizzata anch’essa da secoli.  Si limano e appiattiscono le parti interne dell’osso di seppia. Su queste parti, viene impresso il modello del gioiello che si vuole creare.


Vengono scavate, al contempo, le linee di fuga. A quel punto si chiude su di sé l’osso, unendo le due ‘valve’ con del filo di ferro, e si procede alla colatura del metallo fuso. Gli ossi sono così resistenti da sopportare queste calde temperature. Inoltre, la natura organica degli ossi permette di imprimere, al metallo fuso, motivi naturali molto apprezzati dagli orefici.  

Tecniche di decorazione orafa

Dopo la fabbricazione dell’oggetto grezzo, si passa alle fasi successive nella lavorazione del gioiello. In particolare, quella della decorazione.

Un altro mondo affascinante, popolato da numerose tecniche che affinano e impreziosiscono l’oggetto. Ecco quali sono le principali. 

Martellatura

La martellatura è un lavoro di decorazione particolare, che fa assumere al gioiello caratteristiche molto precise.

La tecnica consiste nel portare il metallo ad una temperatura di prefusione, facendolo diventare rosso. Si procede poi a raffreddarlo in acqua fredda (ricottura). Un’operazione eseguita più volte, fino a rendere il metallo malleabile al punto giusto. Dopodiché si procede alla martellatura vera e propria.


Imprimendo sul metallo dei colpi pesati, gli si fanno assumere sfumature e crepe a seconda del proprio disegno. Finita questa fase, si fa ripassare il gioiello alla temperatura di prefusione e di nuovo alla ricottura. 

Sbalzo e cesello

Uno degli strumenti principali di un artigiano orafo è il cesello. Si tratta di un attrezzo dotato di un’asticella in metallo, la cui punta assume fogge diverse a seconda del risultato che si vuole ottenere.

Attraverso un fine lavoro sul gioiello, il cesello va a scalpellare, a scalfire il metallo per conferirgli le forme più diverse. Oltre ad indicare lo strumento dell’orafo, il cesello è anche una tecnica particolare. Che, insieme allo sbalzo, costituiscono due lavorazioni complementari di decorazione orafa.


Per entrambe le tecniche, lo strumento viene intriso di una pece calda, che aiuta a modellare il metallo con precisione e delicatezza.

La differenza fra sbalzo e cesello consiste nel fatto che lo sbalzo viene eseguito in negativo. Ovvero si utilizza lavorando il gioiello sul lato opposto, creando un rilievo artistico attraverso la spinta del metallo verso l’esterno. Di solito, si appoggia la lastra su una superficie morbida. 

Il cesello, invece, è un lavoro eseguito sulla lastra di metallo proprio come una scultura, che incide direttamente la parte dell’oggetto che risulterà decorata.

Sono due tecniche che spesso sono utilizzate insieme, e che danno possibilità all’orafo di agire in diverso modo sullo stesso gioiello.

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