Davide Iannello, artigiano corniciaio

A pochi passi dall’imponente figura del Tribunale di Milano, ci infiliamo in una stretta via. Siamo vicino al cuore della città, dove la storia e il passato cittadino non sono rappresentati solo da antichi palazzi, ma anche da nostalgiche attività artigiane che ancora qui sopravvivono.

“È dal 2001 che lavoro qui” ci dice Davide Iannello, l’artigiano corniciaio che ci ospita oggi nella sua bottega, Le Cornici del Chiossetto.

“Prima facevo il carabiniere!”

E la storia prende subito una piega interessante. 

Giovanile, dinamico, in forma, sorridente. Davide è una persona piacevolissima, anche solo per scambiarci due chiacchiere. 

La bottega si trova in Via Chiossetto, e già dall’esterno fa intravedere il trionfo di cornici colorate che racchiude. 

“Mi contattò un’azienda che cercava una persona fidata per il trasporto delle loro cornici”, ci spiega. “E da allora è sbocciato per me un amore”.

Non la classica storia artigiana in cui il mestiere si tramanda da padre in figlio. 

“Io sono partito assolutamente da zero. Nessuno mi ha introdotto al mestiere”, ci spiega. “Ho iniziato a girare per negozi di cornici e a rimanerne ammirato”. 

Così Davide ha cambiato mestiere e vita. Inizia a lavorare qui a Milano nei primi anni Duemila, dove si trovava già una bottega di cornici

“In realtà in questo negozio, più che farle loro, rivendevano cornici realizzate da altri.”

Giunto qui, allora, dopo aver imparato l’arte della doratura, una delle tecniche chiave per un artigiano corniciaio, Davide inizia a fabbricarle in prima persona. 

“Invece che rivendere cornici di altri, ho proposto al proprietario di realizzargliele io stesso. Lui ha accettato. E ho iniziato a farle in un piccolo laboratorio qua dietro”.

Sentendolo parlare ci si rende subito conto della grandissima passione che Davide nutre per il suo lavoro. E dell’incredibile preparazione che ci vuole per svolgerlo.

“Ho dovuto studiare veramente tanto”, ci confessa. Anche se l’avevamo già capito. 

Ci rende consapevoli di come ogni epoca (dal ‘400, secolo che vede la comparsa ufficiale della cornice) ed ogni luogo hanno la loro tipologia di cornice. E bisogna conoscerne ogni dettaglio per riuscire a creare qualcosa di unico. 

“A me piace prendere spunto dai diversi stili”, ci dice. “Posso copiarne i dettagli e svilupparli a modo mio in chiave moderna. In questo modo riesco a creare qualcosa che riprende il classico ma adattandolo ai gusti di oggi.”

In bottega sono in due. Lui e Fabio, che lo aiuta in negozio mentre Davide si diletta nel suo vecchio laboratorio dove ha iniziato a realizzare cornici, poco più in là. 

Prende una cornice dopo l’altra, di quelle che tiene esposte nella sua bottega. Saranno due o trecento campioni. Per ognuno che impugna, ci mostra la tecnica utilizzata. Doratura a guazzo, l’originale del ‘500. O doratura a missione, ottocentesca, con colla e foglia.

“Una volta imparata la doratura, poi puoi far tutto”, ci dice. 

“Io ho riprodotto cornici esistenti e inventato prodotti nuovi.”

In particolar modo, utilizzando “sagome moderne, ma con un gusto classico”, come si accennava prima. 

Ma allora, qual è il procedimento per realizzare una cornice?

“Io parto dalla scelta del legno, ovviamente. Del legno grezzo. Utilizzo il tiglio, che è un ottimo legno. Giunto le parti e inizio a lavorarle. Prima col gesso, poi magari con la foglia oro, e poi mi dedico alla patina.”

Per ogni passaggio, ci dice, c’è un mondo che si apre. La scelta del legno, delle diverse colle animali, delle miscele da unire al gesso. La scelta di che tipo di foglia utilizzare. Della patina da applicare.

Ogni epoca ha la sua patina. Una cornice del ‘500 ha una patina più forte e consumata” ci porta ad esempio, iniziando a indicarci per diverse cornici appese lo stile di riferimento, e quindi la sua epoca.

Seicento e le cornici Salvator Rosa, quelle del Settecento e del Fine Settecento. Le Gole dell’Ottocento. Fino ad arrivare ai giorni nostri, con l’Art Decò e lo stile Liberty. Ogni cornice ha la sua patina e doratura caratteristica.

“Poi io lavoro molto con gli acidi”, ci racconta. Una procedura che Davide utilizza per lavorare i materiali attraverso processi chimici. Così riesce a imprimere dei colori e delle sfumature splendide alle cornici che lavora, come mostra mentre ci spiega il processo.

Lavorando con la chimica, ogni piccolo dettaglio è influenzato da un altro. Ogni risultato è frutto di prove, esperimenti e tentativi. Qualcosa che solo la voglia di creare e tanta esperienza possono insegnare.

Tutti questi procedimenti richiedono un tempo standard per la creazione di una cornice fatta a mano?

“Una ventina di giorni”, ci risponde Davide Iannello. “Questo non vuol dire che stai chino a lavorarci su per questo tempo. Ma ogni materiale che applichi sulla cornice, come la colla ad esempio, ha bisogno dei suoi tempi per asciugare. E darti poi la possibilità di continuare a lavorarci sopra”.

Trovandosi nel suo negozio, sembra impossibile poter entrare e scegliere in fretta la cornice giusta. Ogni pezzo esposto è una piccola opera d’arte in sé. Prenderne una e scartarne un’altra sembra un’ingiustizia.

“Alcuni clienti acquistano le cornici per poi lasciarle vuote”, ci confessa in effetti Davide. “Oppure partono dalla cornice per poi cercare un quadro da poter incorniciare”.

Ed è proprio in casi come questi (quasi tutti) che diventa vitale l’esperienza dell’artigiano corniciaio. E soprattutto il suo occhio. “I clienti vengono da me con le loro opere e insieme decidiamo quale cornice fa al caso loro”

“È capitato giusto l’altro giorno. Un cliente è venuto qui da me con un’idea di cornice per alcune sue opere. È uscito con altre completamente diverse”.

È stato un buon consiglio alla fine?

“Mi ha inviato le foto dei quadri appesi con le mie cornici, chiamandomi poi contentissimo!”

Un occhio sviluppato con lo studio. Perché è cruciale sapere come sono stati trattati, nel tempo, determinati quadri rispetto alle loro cornici.

“L’altro giorno stavo studiando le miniature. Delle piccole opere che si usavano nel Seicento. Molto piccole, ma che avevano delle cornici importanti. E ho pensato: sono meravigliose! Così le ho riprese e reinventate, però in chiave più moderna”.

Già, lo studio sembra presupposto imprescindibile, in particolar modo per il lavoro artigiano. Con così tanti esempi del passato da cui poter trarre spunto.

Il lavoro del corniciaio, o almeno di Davide Iannello, in realtà parte ancora da prima. Ovvero dal disegno in sezione delle cornici. L’artigiano infatti, per prima cosa, ha in mente la forma che vuole dare al legno. La comunica al suo falegname e ne trae quindi il suo supporto primario.

“Certo, io disegno il profilo delle cornici che voglio fare e mi faccio intagliare il legno di conseguenza”, sottolinea Davide. “La differenza sta in quello, nei dettagli. Altrimenti la Gola rimane una Gola e c’è poco spazio per qualcosa di nuovo.”

Prima di salutarci, Davide ci porta a vedere il suo laboratorio. Qualche decina di metri più in là sulla stessa via. Lì dove ha iniziato e che, ancora oggi, è il regno dove iniziano le sue creazioni. Stipato di assi di legno disposte su ogni lato. E dove trovano spazio anche i macchinari dell’artigiano corniciaio.

Una macchina vecchia scuola a pedale per tagliare le assi di legno nei pezzi che andranno a comporre le cornici. Ed altre due macchine in grado di giuntare fra loro le assi, chiamate giuntatrici, per l’appunto.  

Il resto, cioè il lavoro che viene applicato sul legno, viene svolto nel negozio principale.

“Quando ho proposto al vecchio proprietario del negozio di fabbricargli io le cornici, è stato lui a suddividere questo posto in una parte per i clienti e una per la fattura delle cornici”.

E oggi è come allora. Un meraviglioso mondo di forme e colori come la bottega di un artista. Dove ogni spunto è materiale da studiare e applicare nella pratica. Dove da oltre vent’anni Davide mette tutto se stesso per creare qualcosa di unico.

Sono quasi le otto di sera quando ci salutiamo. “Io ora chiudo il negozio, e almeno fino alle dieci sto in laboratorio a lavorare”.

Il lavoro può essere inteso in maniera completamente diversa da come siamo abituati a pensare. Con il gusto, lo stile e la passione di chi lavora per vocazione.

Questa è la lezione da cui ce ne andiamo via stasera grazie a Cornici del Chiossetto. Ma, soprattutto, a Davide Iannello

Consigliati per te