Delfina Costa, artigiana decoratrice

Deflina Costa, decoratrice a 360 gradi, prende la pausa nel suo atelier-showroom a Milano.

Delfina Costa è una di quelle artiste artigiane poliedriche. Nel corso della sua carriera, seguendo il fil rouge della passione per la tecnica pittorica, ha percorso diverse strade. E vissuto più di una vita.

Oggi andiamo a trovarla nel suo studio di Milano. È una calda giornata di maggio. E anche per questo, troviamo infinitamente gradita la frescura che avvolge il suo atelier dove prendono vita le sue opere.

Qui si lavora benissimo durante l’estate”, ci conferma Delfina. Quelli che ci troviamo davanti sono in realtà due ambienti separati. Un grazioso salottino, dove ogni oggetto possibile è decorato con una fantasia diversa. Ed il suo vero e proprio laboratorio. Con pennelli, colori, carte, bozzetti ed un armonioso cortiletto che riempie col suo verde la veduta dalla finestra. 

Ci accomodiamo. Delfina è piacevole ed elegante come le sue opere. E ci inizia a raccontare del suo percorso lavorativo e artistico.

Ho iniziato frequentando una scuola di architettura d’interni qui a Milano, che mi ha permesso di fare uno stage da Terry Dwan, moglie di Antonio Citterio. Da quell’esperienza mi resi conto che, più che architetto d’interni, mi sentivo artista. Ero attratta dalla decorazione, in particolare quella pittorica”.

Ce ne si rende conto girando lo sguardo da parete a parete. Sui tavoli ci sono tovagliette dipinte, stoffe decorate adornano le pareti del salotto e collezioni di ceramiche dai motivi floreali abbelliscono i mobili tutto intorno. 

Ho scoperto poi la scuola Van Der Kelen a Bruxelles dove ho appreso diverse tecniche parietali, come finti marmi, finti legni e trompe l’oeil. Per poi specializzarmi alla Art Student League a New York”. 

Insomma, una formazione internazionale. 

Esatto. Ai tempi poi, specialmente negli Stati Uniti, era molto in voga la pittura parietale. Questo mi ha permesso di avere un po’ di proposte oltreoceano, lavorando anche con architetti o tramite passaparola. Erano gli anni Novanta”.

Un’esperienza che, ci dice, era prevista durare tre mesi. E che, tuttavia, si sono trasformati in tre anni

Delfina ha poi deciso di tornare in Europa, approdando nelle terre della regina. A Londra ha lavorato per una decina d’anni, sempre nell’ambito della decorazione parietale d’interni. Dopodiché c’è stata una svolta importante nella sua vita. 

Sono diventata mamma”, ci dice con un sorriso. “E non potevo più fare la vita da ‘acrobata’ e giramondo. Non si adattava bene alle mie nuove responsabilità”. 

Così inizia per lei un nuovo capitolo. Che la porta a sperimentare qualcosa di completamente diverso. 

Mia sorella, imprenditrice, mi ha voluto coinvolgere in un suo nuovo progetto fin dall’inizio”, ci racconta. “Si era trasferita col marito, appena sposata, nelle Filippine. Dovete sapere che lì sono grandi produttori di artigianato. Sia per quanto riguarda l’arredamento d’interni, così come per la manifattura legata all’abbigliamento”. 

Non lo sapevamo. Ed è infatti in questo ultimo ambito che si colloca il nuovo compito di Delfina. 

Per questo nuovo marchio, Malvi&Co, e la sua linea Isi Baby, mia sorella ha voluto coinvolgermi nel disegno di ricami da eseguire su vestiti per bambini”, ci dice. “Il ricamo a mano è molto diffuso nelle Filippine, ed è uno degli ambiti, come tutto il fatto a mano, che mi ha da sempre affascinato”. 

Quindi come si svolgeva questo lavoro? 

Era qualcosa che riuscivo a gestire più comodamente anche da casa. In modo da poter stare con la mia famiglia. Facevo i disegni che poi venivano eseguiti dalle ricamatrici filippine”, ci racconta. Anche se non era proprio un lavoro che poteva svolgersi a km0.

Mi occupavo anche di reperire le stoffe che poi sarebbero state la base dei vestiti”, ci dice. “Per questo avevo l’opportunità, durante l’anno, di recarmi in giro per l’Europa e anche oltre per recuperare i materiali”. 

Un’esperienza durata oltre dieci anni, ci spiega, e che si conclude di recente. Per dare avvio ad un’ennesima trasformazione nell’attività professionale di Delfina

“Questa esperienza mi ha insegnato tantissimo e mi ha permesso di esplorare il lungo e in largo il mondo del tessile. Sono stati insegnamenti molto preziosi, che mi hanno aiutata molto quando ho poi deciso di dedicarmi alle mie produzioni”, ci spiega. 

Così decide di cambiare strada e concentrarsi anima e corpo su creazioni personali. “Ho ripreso la mia vecchia passione per le decorazioni. Introducendo comunque la parte tessile e d’abbigliamento”, ci dice. 

Ed è questa la fase storica in cui si trova al momento. “Ora sto esplorando alcune strade che per me erano nuove!”, dice ridendo. “Mi dedico ancora alla pittura parietale, su carta da parati e su tela. Ma sto lavorando anche ad accessori per la tavola”.

È molto affascinante vedere come Delfina riesca a riproporre uno stesso tema su qualsiasi tipo di supporto. Dalla carta da parati al cuscino, dalle tovagliette da tavola alle ceramiche. Sembra che ogni cosa su cui si possa dipingere lei la sperimenti. 

Ogni materiale dà una sensazione completamente diversa mentre lo si decora”, ci spiega. “Dipingere su un materiale morbido come la seta richiede tecniche pittoriche diverse rispetto ad un disegno su ceramica”.

Questo ad esempio”, continua indicandoci un vestito da lei decorato, “è un capo dipinto con la tecnica Serti. Si tratta di un metodo di derivazione orientale. Se applichi il colore sulla seta, questo tende a spargersi lungo il tessuto. Con questa tecnica si utilizza invece prima una colla, che delinea i confini del disegno e blocca il colore al suo interno. Dopodiché si può applicare il colore e si fa il fondo”.

Stole, caftani e parei, così come i servizi in ceramica che colorano il salotto, riportano tutti piacevoli motivi floreali e naturali, alcuni molto particolari. E, ovviamente, dietro questi temi si cela una storia interessante.

C’è un luogo della mia infanzia a cui sono molto legata”, ci spiega. “È questa casa che ha la mia famiglia in Veneto. Un’antica dimora di campagna, con decori a stucco e marmorini veneziani. Ha una forte componente artistica, e un grande parco giardino con fiori particolari”. 

Conoscere le fonti di ispirazione dell’artista ha sempre il suo fascino. E fa capire molto anche della sua produzione. 

È un po’ il mio luogo di appartenenza. Mi parla molto”, continua Delfina. “Da lì ho attinto e trovato ispirazione per molti motivi che utilizzo. Come per il plumbago, un fiore raffigurato negli stucchi a parete di questa casa. Ho sempre ammirato queste decorazioni, e ho poi deciso di riportarle nei miei motivi”.

Delfina ci conduce infine nel vero e proprio laboratorio dove dipinge. Fra cavalletti, stoffe appese, carte da parati, pennelli, vernici e bozzetti che sono veri e propri quadri. Tutto contribuisce a dare all’ambiente uno stile davvero bohémien.

Un po’ reticenti nell’abbandonare quel luogo così piacevole (e fresco!), in cui si respira arte in ogni elemento, lasciamo Delfina al suo lavoro. 

Fra tele, tovaglie, sete, ceramiche, stoffe, cuscini e paralumi, siamo sicuri che avrà molto da fare per i prossimi mille anni.

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