Fabscarte – Carte da parati artigianali

Un moderno e accogliente laboratorio diviso su tre piani fa capire da subito che ci troviamo in un posto molto particolare. 

Oggi siamo venuti a trovare Fabscarte. Un’azienda artigiana che da diversi anni si occupa della realizzazione di carte da parati. 

Abbiamo un’esperienza nel settore di oltre 30 anni ” ci racconta Luigi Scarabelli, cofondatore di Fabscarte insieme a Emilio Brazzolotto.

La nostra storia inizia lavorando per architetti di alto profilo“, continua, facendoci accomodare sotto un accogliente soppalco in legno. 

È solo quando ti viene richiesto il meglio che il tuo lavoro riesce a progredire“.

In effetti, guardandosi intorno per il laboratorio, tutto è tappezzato di meravigliosi disegni. Campioni di carte realizzate nel tempo dagli artigiani di Fabscarte, con i più variegati motivi decorativi. 

Oggi è anche difficile che la carta da parati sia effettivamente carta“, continua Luigi, facendoci addentrare di più nel suo mondo. “Gran parte della carta da parati non dovrebbe neanche più chiamarsi così, ma vinile o plastica da parati“.

Se è vero che il mondo si è automatizzato in molte delle sue produzioni (come anche in questo specifico settore), è altrettanto vero che questa velocità ha lasciato indietro qualcosa. Questa è la visione di Luigi. 

“Oggi la maggior parte della carta da parati viene fatta al computer, e chi la fa spesso non sa neanche come si ottiene un colore“. 

Quello che ci fa notare è quanto quella manualità, quel saper fare, sia oggi una peculiarità che in molti non ritengono fondamentale nella loro offerta produttiva.

“Dovete sapere che le carte da parati nascono nel ‘600-‘700, ed erano realizzate da pittori e decoratori. Noi ci siamo ispirati e abbiamo cominciato avendo quello come punto di riferimento“.

Quindi come si spiega il successo di Fabscarte, e cosa la differenzia da altre realtà del settore? 

Noi veniamo da 30 anni di decorazione classica“, risponde Luigi. “Abbiamo dietro la capacità di saper fare un mestiere“.

E grazie al lavoro svolto per tutto questo tempo con i più grandi architetti a livello mondiale, dice, non si può che migliorare ogni giorno. 

Quando ti confronti a dei livelli così alti, quello che ti si chiede è il massimo.  Ed è in questo modo che ti specializzi“.

Il percorso dell’azienda come la conosciamo oggi si definisce diversi anni fa. Proprio dall’esperienza maturata dai membri fondatori sotto grandi committenze. Poi sfociata in una nuova realtà indipendente.

A un certo punto abbiamo voluto realizzare carte nostre“, racconta Luigi. “Ci siamo presi un anno per creare libere campionature e cominciato a sviluppare il nostro stile“.

Luigi Scarabelli ha studiato musica, e non lesina sui paragoni fra questa e il suo mestiere d’artigiano

È come quando fai parte di in un gruppo. All’inizio si suonano i pezzi delle band che piacciono ai diversi membri. A te piacciono i Beatles, a me i Led Zeppelin… Dopo un po’ che suoni, però, inizi a trovare una tua identità e a indirizzarti sulla tua strada“.

Noi siamo due soci“, continua Luigi, “e ognuno ha un suo stile, una sua identità, che mettiamo al servizio del nostro lavoro. Abbiamo suonato pezzi di altri per molti anni, ora ci siamo messi a scriverne di nostri“.

E per scoprire l’identità di Fabscarte basta guardarsi intorno e ammirare i motivi e le decorazioni delle decine di carte che adornano il laboratorio. 

Questi siamo noi“, ci dice Scarabelli, indicandole una ad una.

Ma la bellezza e la peculiarità dei lavori di Fabscarte va oltre la semplice decorazione

Ciò che ci contraddistingue è anche la componente materica dei nostri lavori“, specifica Luigi. “Il nostro non è solo un lavoro di decorazione murale, che comunque facciamo. Ma lavoriamo su specifici materiali che fabbrichiamo noi. Veline o stucchi tridimensionali“, dice mostrandoci alcuni esempi sparsi qua e là per la stanza.  

Una rappresentazione ispirata alla figura del ginko bianco, ad esempio, con delicate foglie a spezzare le due dimensioni della carta. O una splendida rappresentazione arborea colorata di cui ci mostra un campione sul tavolo. 

Questo è un tipo di velina che noi utilizziamo“, ci spiega Luigi. “Applicandovi sopra il colore, questo si può fermare in superficie o arrivare in profondità. Creando degli effetti unici“.

Ciò che Luigi tiene a spiegarci, è che ci vuole mestiere non solo nella decorazione, ma nel saper rapportarsi anche alla materia su cui si dipinge. E questo è parte di uno studio artigianale e artistico che impreziosisce tutto il lavoro di Fabscarte. 

Una particolarità che costituisce un elemento importante del loro lavoro. Bensì non l’unico. 

Di grande fascino è la concezione dei decori secondo Luigi e i suoi collaboratori. Ciò che Fabscarte applica nei suoi lavori. Qualcosa che ci avvicina molto all’arte e al suo pensiero

Quello che facciamo noi è partire dall’oggetto per raggiungere la sua essenza“.

Chiunque può dipingere una foresta d’alberi su carta. Quello è un messaggio chiaro e di facile comprensione. Fabscarte fa invece un passo ulteriore. 

Noi ricerchiamo la nostra identità non riproducendo una pittura formale classica“, chiarisce Luigi. 

Nell’informale non esiste la forma finita. C’è invece l’emozione. Meno c’è forma, più si arriva a cogliere l’emozione da cui è partita. Nei nostri decori noi destrutturiamo l’immagine per riuscire a restituirne l’essenza“.

Qualcosa che è più difficile da comunicare, ma estremamente più profondo. E più aperto ad essere interpretato.

Un po’ come facevano gli Impressionisti“, ci dice Luigi, provando a farci comprendere meglio il concetto con un’analogia.

Già la pittura classica, con Raffaello, Michelangelo e molti altri prima di loro, si era espressa in maniera impeccabile. Gli Impressionisti, da creativi, hanno sviluppato invece un modo nuovo di esprimersi. Questa ricerca di novità è qualcosa di intrinseco nella natura umana“.

Per quanto l’aspetto concettuale, il pensiero alla base di ogni creazione, sia imprescindibilmente legato al lavoro di artigiani come Emilio e Luigi, in questa chiacchierata capiamo che pensiero e manualità non possono viaggiare su binari separati. 

Il paradosso è che ormai tutto è fatto a macchina, per cui il ‘fatto a mano’ è diventato sinonimo di bellezza. Una volta tutto era fatto a mano, ma questo non vuol dire che fosse sempre bello“.

Luigi ed Emilio, quindi, hanno coniato un termine diverso per descrivere il proprio lavoro.

Noi definiamo le nostre opere come ‘pensate a mano‘. Quando fai un mestiere e fai qualcosa a mano, ci deve essere dietro anche un pensiero. Quando poi il pensiero ti scorre nelle mani, allora sì che diventa opera d’arte. Se hai solo il pensiero senza manualità, non puoi ottenere gli stessi risultati“.

Non sei tu che devi capire“, conclude Luigi, riportando alla mente una frase che gli disse un tempo un artigiano. “A un certo punto sarà la tua mano che avrà capito“.

Ed è questa forse l’essenza dell‘artigianalità’. Il saper esprimere un pensiero di fondo, un concetto, un’idea attraverso la materia e la competenza nel realizzarla manualmente.

Siamo quasi a conclusione del nostro incontro. Ma prima di andare, vogliamo sapere qualcosa di più riguardo la loro collaborazione con artisti internazionali.

Molti di loro ci contattano per lavorare insieme“, ci spiega Luigi. “Mentre alcuni li contattiamo noi“.

Attraverso queste partnership, vengono fuori fantasie e decorazioni sempre nuove e originali. Dove l’artista condivide le proprie idee e le intreccia con lo stile di Fabscarte. Ancora una volta, Luigi ci riporta al mondo musicale per spiegarci meglio la natura di questi incontri.

“Io posso chiamare Eric Clapton e fargli suonare un pezzo scritto da me. Ma, visto che mi piace il suo stile, preferirò fare una cosa diversa: vorrò scrivere un pezzo insieme a lui, dal momento che ognuno di noi apprezza il lavoro dell’altro”. 

Chiudiamo con una fugace visita al laboratorio vero e proprio, dove si realizzano concretamente i pannelli di Fabscarte. 

“Qua non si possono fare foto. Deve rimanere tutto segreto!”

E allora togliamo il disturbo, portandoci a casa soddisfatti una piacevolissima chiacchierata fra Impressionismo e blues. E un’altra ricchissima testimonianza di altissimo artigianato italiano.

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