I principali tipi di lavorazione del legno

Lavorazione del legno

Quali sono le tecniche di lavorazione del legno? Che tipi di macchine e strumenti utilizza il falegname per i suoi lavori? Oggi scopriamo quali sono le principali metodologie che accompagnano la modellazione dei legni. Dai materiali grezzi arrivando al prodotto finito. 

Un procedimento decisamente antico, che ha mantenuto tuttavia inalterate le tecniche. Sostituendo alcuni strumenti con nuove tecnologie, in grado di velocizzare e aiutare il lavoro di falegnameria. 

Per prima cosa, è interessante capire come si distinguono le fasi di lavorazione del legno. Queste si possono riassumere, a grandi linee, in quattro passaggi progressivi. 


La produzione del semilavorato. Ovvero tirar fuori, dalla materia grezza, il legno necessario al tipo di lavorazione. 

L’intervento sul semilavorato. Attraverso strumenti specifici, si modella il pezzo di legno a seconda delle proprie esigenze. Si procede a trasformare una materia grezza in uno o più oggetti di forma, grammatura e specifiche particolari. 

Rifinitura. Consiste in tutti quei passaggi che sono volti a eliminare tutte le imperfezioni, le sbeccature, le ruvidezze tipiche del materiale. È un lavoro più di fino, che porta il legno ad assumere la sua fattezza finale. Pronto per essere utilizzato


L’assemblaggio. Come ultima cosa, si procede alla creazioni di fori, fughe, canalette, binari, grazie ai quali poter mettere insieme più pezzi. Come nel caso di un semplice mobile, ad esempio, composto di varie parti che devono essere incastrate fra di loro. 

Questi quattro processi di lavorazione lignea sono eseguiti con tecniche, materiali e macchinari diversi, a seconda dell’artigiano e del risultato. Ma andiamo a vedere, più nel dettaglio, cosa avviene ad un ciocco di legno nelle mani di un sapiente falegname. E come si procede attraverso queste prime quattro fasi

Taglio del legno

La fase del taglio del legno. In questa prima fase, si definisce, grossomodo, la dimensione di quello che sarà il semilavorato. Attraverso l’utilizzo di seghe a nastro o circolari, dal tronco vengono tagliati ceppi più piccoli. In questo caso, l’utilizzo del tipo di sega dipende dal grado di precisione richiesta. Quella circolare è molto utile per lavori più precisi e dettagliati. Quella a nastro per un taglio grossolano di grossi ceppi. 

La piallatura

La piallatura. Uno dei più famosi procedimenti del lavoro del falegname. Così come uno degli strumenti simbolo di chi lavora il legno: la pialla. Questo attrezzo permette all’artigiano di agire sul semilavorato, eliminando le bombature. Passando quindi da un ceppo irregolare ad una superficie piatta. La pialla non è altro che un grosso temperino. Dotata di una lama in metallo molto affilata, viene passata sulla superficie del legno più volte. Estraendone trucioli fino a ottenere il grado di livellatura ricercato. 

La fresatura

Una volta livellato il pezzo di legno a dovere, è il momento di inciderlo con un altro strumento. La fresa è un altro importantissimo attrezzo che non può mancare nel laboratorio di un falegname. Attraverso il lavoro sul legno, è in grado di creare fantasie, decori, sagomature che arricchiscono e definiscono il pezzo. 

Anche qui, delle lame ruotano all’interno di una struttura protettiva, asportando gradualmente il materiale. Sono dotate, oggi, di motori elettrici che ne determinano il movimento. Grazie alla tecnologia odierna, oggi esistono frese e fresatrici di ogni genere. Anche per lavori di estrema precisione, regolabili in modo da ottenere esattamente il risultato voluto. La fase della fresatura è anche una delle più creative. Proprio perché permette di imprimere sul legno forme e decorazioni uniche, a seconda del progetto. 

La levigatura

Quando si ottiene la modellazione voluta del pezzo di legno, si procede alla fase di levigatura. Attraverso di essa, si agisce con delle speciali carte abrasive, che permettono alle superfici di eliminare gobbe e livellamenti, e risultare completamente lisce. Per ottenere questo risultato, bisogna agire per gradi. Innanzitutto, è necessario considerare il tipo di materiale per levigare il legno


Si usano, a riguardo, diversi tipi di abrasivi. In particolare, la carta vetrata. Ovvero un supporto di carta, a cui vengono incollati granelli di ferro o di vetro. Per il legno, è consigliabile che questi granelli siano di vetro, per non lasciare macchie. La densità di questi sui pannelli di carta determina il grado di levigatura

Come si può intuire, più è fitta la presenza, più materiale si riesce ad asportare. E più sarà liscia e regolare la superficie lignea. Solitamente, si lavora partendo da carte con concentrazione bassa, per passare via via a granulosità più elevate. 

Il processo abrasivo produce, sul legno, delle polveri, che vengono poi eliminate per aspirazione o utilizzando panni umidi. In realtà, sono diverse le levigatrici che sono dotate di un meccanismo aspirante o di sacchetti in cui viene raccolta la polvere.

Il processo di levigatura del legno è fondamentale anche perché prepara la superficie ad essere trattata con vernici e smalti. Facendo sì che queste impregnino in maniera adeguata il materiale, infiltrandosi all’interno dei pori. 

È un processo estremamente importante quanto delicato. Far sì che il risultato sia eccellente e non grossolano è qualcosa che si ottiene con molta esperienza da parte dell’artigiano.

Foratura e assemblaggio

Concludendo, si termina con la fase che permette di unire fra loro i diversi pezzi lavorati. Quando si terminano i processi di lavorazione sul singolo pezzo, si può passare alla creazione di fori, canali, scanalature, che permettano ai diversi lavorati di incastrarsi fra di loro. Ma anche per inserire elementi di natura differente. Come possono essere serrature, cerniere di materiali metallici.

Questa si può definire la fase conclusiva della lavorazione del legno. Quella che porta un tronco a diventare oggetto finito, pronto per il mercato

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