SAUVESIMEN: decorazione artigianale fra Roma e Milano

Le decoratrice di Sauvesimen nel loro laboratorio milanese

Emanuela Sauve e Cristina Simen lavorano insieme da 26 anni. Entrambe provenienti dalla scuola Van Der Kelen di Bruxelles, uno dei centri di formazione in tecniche pittoriche più autorevoli in Europa, hanno dato vita al loro brand SAUVESIMEN

“In realtà abbiamo scoperto di aver frequentato la stessa scuola solo successivamente”, ci spiega Cristina. Siamo nel loro laboratorio nel cuore dei navigli milanesi. Un piacevolissimo ambiente vecchia Milano dove lavorano attivamente ai loro progetti. “Siamo state in quella scuola in anni differenti, per cui non abbiamo avuto modo di incontrarci”. 

È stato solo in occasione di un lavoro commissionato in seguito che si sono conosciute. E da allora è nato un sodalizio lavorativo che dura ancora oggi

“Durante i primi anni, abbiamo lavorato nei cantieri, decorando pareti, scale, soffitti, mobili, direttamente sul posto. Applicando le tecniche decorative per finti marmi, finti legni apprese durante il nostro percorso di studi”. 

Da una quindicina d’anni, invece, le loro risorse si sono concentrate su un modello di lavoro differente. Non tanto quello in cantiere (che comunque seguono ancora), quanto lo sviluppo di collezioni proprie

“Quel che facciamo oggi è partire da una storia, che poi decliniamo utilizzando supporti diversi”. 

L’idea può venire da un viaggio, una mostra, una fotografia vista da qualche parte. Una scintilla iniziale da cui si sviluppano nuovi prodotti. 

L’idea di creare qualcosa di proprio, raccontano, nasce in realtà dal primo cantiere a cui hanno lavorato insieme. Una villa sul Lago di Como, che dovevano allestire per uno showroom di un’azienda d’arredo. 

“Per decorare tutto lo spazio, abbiamo riprodotto dei quadri di Leger, stravolgendone dimensioni e misure per creare qualcosa di diverso. Non riconducibile ai quadri originari”. 

Cristina ed Emanuela hanno voluto dar seguito a quella intuizione, che le ha portate a sviluppare i loro primi prodotti. Nel ‘96, realizzano una mostra proprio con questi dipinti reinventati. Il primo passo sul nuovo sentiero lavorativo che percorreranno da lì in poi. 

Da allora le due artigiane hanno esplorato diverse strade. Partendo da sperimentazioni materiche, con decorazioni a rilievo fatte nel fresco e poi lasciate solidificare. Per poi addentrarsi fra materiali diversi su cui applicare le loro idee. 

Gli ultimi oggetti a cui stanno lavorando, ad esempio, sono vassoi, sottopiatti e sottobicchieri a tema bizantino, realizzati su supporti in ferro. Fatti ossidare e decorati successivamente. 

“Un giorno sono rimasta molto colpita da una bellissima ossidatura”, racconta Cristina. “Da quell’ispirazione abbiamo tirato fuori quest’ultima collezione”. 

Ogni anno Emanuela e Cristina danno vita ad una nuova idea e una nuova linea di oggetti

“Mentre ogni tre, cinque anni ci piace introdurre qualcosa di completamente estraneo al nostro quotidiano”. 

Così come è avvenuto, di recente, per la loro collezione a tema ‘Africa’. Per questa occasione, le due amiche hanno voluto combinare mondi diversi. Partendo dalle stoffe tradizionali africane wax per realizzare elementi d’arredo come poltrone e sgabelli. 

“Avevamo questi coloratissimi tessuti africani collezionati nel tempo”, racconta Cristina. “Abbiamo voluto utilizzarli per rivestire una serie di vecchie poltrone e sgabelli d’antiquariato recuperati nei mercatini”. 

“Queste sono collezioni che nascono e finiscono lì”, continua Emanuela. 

Progetti unici e non ripetibili. In cui Cristina ed Emanuela si sfidano ad affrontare qualcosa fuori dal loro ordinario.

“Siamo partite da stoffe e vestiti, dall’abbigliamento, che non è certo qualcosa che trattiamo abitualmente. Con queste collezioni ci divertiamo ad esplorare, a condurre la nostra mente lontano dal nostro usuale contesto. E stupire con qualcosa di nuovo”.

Considerata la varietà di idee, progetti e creazioni a cui ci troviamo davanti, chiediamo loro se esista un fil rouge, una linea comune che accomuni i loro lavori nel tempo. 

“In realtà no”, rispondono quasi all’unisono. “Facendoci trascinare dall’ispirazione, ci abbandoniamo sempre a qualcosa che per noi rappresenta una novità”. 

“Se proprio dovessi trovare un filo conduttore”, continua Emanuela, “direi forse la classicità. Intesa non come ‘gusto classico’, quanto come qualcosa senza tempo, che rimane sempre attuale anche con il passare degli anni”. 

Oggi l’attività di SAUVESIMEN si divide fra le due principali città italiane. Con Emanuela di base a Roma e Cristina a Milano

“È stato più o meno sempre così”, raccontano. “Questo vivere realtà differenti, con clientele differenti, rappresenta un elemento molto importante nel lavoro che facciamo. 

“Roma e Milano hanno sensibilità diverse. Ci sono prodotti che sono più apprezzati da una parte e meno dall’altra. Questo confronto ci è molto utile nel processo di creazione di nuove collezioni”. 

Prima di salutarle, chiediamo loro un’ultima curiosità. Ovvero quale considerano la parte più divertente del loro lavoro

“Sicuramente la ricerca”, concordano entrambe. “L’entusiasmo di trovare una nuova ispirazione e lavorarci insieme. Confrontare le nostre idee e dar loro vita. Questa è senza dubbio la parte più emozionante del nostro lavoro”.

Consigliati per te